Vuoti limi

Aver stretto conoscenza con Apichatpong Weerasethakul, qualcuno potrà sorprendersi, non mi ha impedito di infilarmi, trascinando pure Elena!, nella minuscola e deserta "Filmclub" del Sivori", per mettere in saccoccia anche il suo penultimo, anno 2021: "Memoria". Con la coerenza dei mediocri, ritrovo il regista tailandese nel suo tempo e nel suo suono. Smarrito e fastidioso.
Sempre il solito, Weerasethakul (Premio alla Giuria a Cannes). Sbam! Subito perso in immaginazioni infantili, allestimenti da influencer (certo che i cani maledicono!) Prelievo, prestito, bonifico. Diluvi, bella musica, good vibration (il pescatore saggio vi naufragherà). "Un suono!". Rumbles autoriali. "Come una palla enorme in un pozzo di metallo". Cosa non si farebbe (si colpirebbe pure qualcuno in felpa con una mazza). "Virus y bacterios", long coviz di Apitchapong (l'executive producer Tilda Swinton non sta meglio). Trucchi audio a incuriosire, più che assillare. Oggi schiere di vecchi scorrono suonerie, quando c'è chi "lo facevo già vent'anni fa!" (memorie: "Cip-Cip ciricip-cip!"), qui ce la spassiamo dinanzi a un mixer. Non un mix (forse un mixf), ma una sveglia che tenga su i tre in sala. "Sarebbe meglio riposare" (infatti Elena si è risvegliata tre volte, trovando Tilda nella stessa posizione), sprofondare nella "death of delusion". Lontani da escamotage che spazzano via qualsiasi ispirazione. Altro che Tsai o Östlund.
"E...? Basta."
(depa)

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