Duello cervello

Primo incontro così piacevole, che si è deciso di ricontattarlo. Renato Castellani nella "Valéry", vestito da gala, baldanzoso e passionale, con la bobina del suo esordio, del 1942. Sottotitolo: "La carica del Puskin, più l'energia del buon girato", "Un colpo di pistola" è un crescendo di amarezza. E bellezza.
"Un film LUX", con Mario Serandrei al montaggio che farà faville biancoenere. Biliardomane dal carattere aspro, Andrej, discontinuo, con svolte improvvise. Già terrorirzzato, abbasserà la guardia al fascino della bionda ucraina (la pietroburghese di origine ucraine Assia Noris, 1912-1998, fuggiasca dalla Rivoluzione, sì posò a San Remo), perdendo amicizia e senno. Lo segue una pellicola in interni, con movimenti eleganti, ed esterni, tra foreste evocative e sprazzi di popolarità che renderanno celebre il ponentino. Fa capolino un regista già maturo e originale nell'utilizzo del mezzo (solida fotografia di Massimo Terzano).
Note di assedi, echi di sfide. I sorrisi, le danze, i giochi ("Sei tu, Serg...?"). Tè all'odio, nel tira e molla drammatico. Civetta pura, senza destrezza. Puskin spietato verso la vacua nobiltà. Destino, caso e orgoglio, inesorabilmente intrecciati: la festa si mette a lutto.
Ma questo è uno dei racconti, del sommo scrittore russo, che finisce in "dolce". La giostra dell'amore può ripartire.
(depa)

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