Dall'Aldiquà

A Roy Andersson la seconda proiezione in sala "Chateaux".  E' del 2014 la "terza riflessione dell'essere un essere umano" del regista svedese, che gli valse il "Leone d'Oro". "Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza". Ancora più immerso nell'assurdo, nell'ironia, mira contro eserciti e strutture disumane. E tutto il codazzo grotteschissimo di zombie.

"U.S. Guano"

Stravaccato nella Valéry, stanchino, accaldato, Don Siegel; ma sempre in grado, con un mignolino, di muovere fili e funi. Del 1959, "Sull'orlo dell'abisso" (t.o. "Edge of eternity") è un b-movie, bestseller sopra l'ombrellone, che fa muovere il piedino e gustarsi una trama semplice quanto acrobatica.

Pesche solari

Nelle bacheche cinematografiche, il vuoto penumatico. Ma fa capolino una pellicola catalana, quindi chiamo pure gente. Siamo in cinque al "Sivori", per vedere "Alcarràs", del 2021, scritto e diretto dalla barcellonese, classe 1986, Carla Simón. Pellicola sociale che ottiene un ottimo "salario minimo" (Orso d'oro a Berlino), taglio semplice sulle esasperazioni di una società disumana e innaturale, in cui vince il mercato e perde la vita.

Duello cervello

Primo incontro così piacevole, che si è deciso di ricontattarlo. Renato Castellani nella "Valéry", vestito da gala, baldanzoso e passionale, con la bobina del suo esordio, del 1942. Sottotitolo: "La carica del Puskin, più l'energia del buon girato", "Un colpo di pistola" è un crescendo di amarezza. E bellezza.

Tropical traffic

Don Siegel è ancora qui. In una mano un libretto del concittadino Ernest Hemingway, nell'altra cinepresa, scenografia e attori fidati. "Agguato ai Caraibi" (t.o. "The gun runners"), del 1958, scorre rapido e suggestivo come un battello tra le correnti tropicali.

Sam 'fottuti

Estasiati dal primo incontro col regista svedese, dopo poco siamo di nuovo lì. In sala "Valéry". "You, the living", del 2007, perde in evocativa incisività (un extremis da poster non basta), accontentandosi della ineccepibile forma audiovisiva. Stavolta, l'apocalisse sono santi che camminano.

Incubo dolore

"Ungouvernable", come dev'essere, Kaneto Shindô. Regista spiazzante nella filmografia, come in una pellicola. "Madre", del 1963, epopea di donna prima che di genitrice, assieme alla disinvolta eleganza, testimonia dell'audacia degli autori. Dolori allucinanti.

Vuoti limi

Aver stretto conoscenza con Apichatpong Weerasethakul, qualcuno potrà sorprendersi, non mi ha impedito di infilarmi, trascinando pure Elena!, nella minuscola e deserta "Filmclub" del Sivori", per mettere in saccoccia anche il suo penultimo, anno 2021: "Memoria". Con la coerenza dei mediocri, ritrovo il regista tailandese nel suo tempo e nel suo suono. Smarrito e fastidioso.

Piano fesso

Dalla sua postazione, ormai fissa, nella sala Valéry, Don Siegel mi ha intrattenuto con un'altra intrigante storia di dannazione ed espiazione. "Dollari che scottano" (t.o. "Private Hell 36"), del 1954, è il classico ultimo colpo, quello dopo il quale finirà...male. 

Accorgersi

La storia del cinema italiano, secondo "Foglio", passa per l'anno 1960. Per il 'Rofum, ciò comporta il giorno in cui Vittorio De Seta (1923-2011) irruppe nei suoi torrenti di celluloide. "Banditi a Orgosolo" è cinema-vero della migliore scuola. Racconti documentati con l'occhio di un'acuta estetica.

Uniti, tutto

Dopo qualche mese, non ho resistito, l'ho rinvitato. Con piacere, nella "Valéry", questa volta Donald Siegel si è accampato. Il poliedrico regista di Chicago, nel 1954, diresse una determinata e accorata pellicola carceraria: "Rivolta al blocco 11" tratta un crimine di stato ancora in piedi, sempre in espansione: la prigione.

Desocietà

I viaggi del Cinema. Da un'amichevole soffiata colombiana ad una gelida pellicola svedese. In Piazza delle vigne, meroledì scorso, oltre ai ragazzi di "Vedo Terra", ha irrotto il regista svedese, classe 1946, Roy Andersson. Mai individuato dal radar del Cinerofum, lo colpisce con un missile carico di esplosivo, splendido graffiante, surrealismo scandinavo. "Canzoni del secondo piano", "Gran premio della Giuria" a cannes 2000.