Transumanizzati

In questi giorni nei caruggi genovesi è tornato il cinema davvero indipendente. Prolunghe, casse, proiettori e portatili, ombrelli e funi: tutta la tecnologia di cui dispongono "Frontedegrado" e "Il Grimaldello", per diffondere immagini in movimento che permettano di riappropriarsi di spazi e pensiero. Il terzo appuntamento domenicale della rassegna "Il culto della scienza, il sacrificio dell'umano" ha previsto "Transcendence" (2014), scritto e diretto dal cicaghese classe 1961, Wally Pfister. L'"amico della fotografia di Nolan", all'esordio registico, conferma la sua sensibilità, qui a disposizione di quesiti più che mai concreti.
Incipit che ha il dono della sintesi: povertà, carenza di generi alimentari primari, abbondanza di militari, tecnologia inutilizzabile (se non come fermaporta, portatile). "L'inevitabile collisione tra razza umana e tecnologia" ha dato i suoi frutti metallici.
In pieno transumanesimo vale la pena formular ipotesi, riflessioni, reazioni, soluzioni (resistenze, opposizioni). Transcendence, o "super-intelligenza", per altri "singolarità", un algoritmo cosciente di sé. Pochi hanno da sempre percepito l'"abominio contro natura, e minaccia per l'umanità" nascosta dietro la retorica tecnocratica. I "pazzi che frullano gli smartphone" hanno ucciso il guru dell'informatica, che ironizza, lui, sull'apparente incoerenza nell'omicidio per chi pretende di salvare vite (ragionando così, i partigiani sarebbero ancora sugli spalti coi popcorn).
"Possiamo salvarlo" sentenza la moglie disperata, dinanzi alla possibilità di uploadare (?) il marito (salvarlo? Ahi! Vecchia porca del mouse...). Fantasie intriganti che, causa tecnologia, diventano incubi alienanti. Un uomo, un luminare della scienza!, può sopravvivere nei bit, divenendo deus in machina onnipresente e potente. Tutto può, con la struttura per lui allestita, negli anni, da ignari schiavetti...come andrà a finire?
"Scrivere un articolo è una cosa...ma cosa dice il suo cuore?" Ce la mettono tutta, questi neo-luddisti, abituati a parlare agli assordati. L'uomo comune scappa (in auto).
Hollywood risponde alla chiamata, con un cast che convinca anche il pubblico (Depp, Freeman).
Regia attenta, buona gregaria, con la sapiente fotografia, volatile e silicea, e i movimenti macchina ossessivi. Il secolare dilemma: se la tecnologia può far camminare uno storpio, hai voglia a convincerlo della sua nocività. Si fuma, per esempio; si mangia "merda" (tecnologica). Non è quello. Si passa la vita dinanzi a monitor a micro-onde, si trascorrono giornate premendo antenne contro il nostro centro nervoso. Figurarsi. Si vota, anche, per qualche misero dollaro in più.
Ma a che prezzo? Vale la pena, come detto, iniziare a soppesare questa cifra.
(depa)

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