Poveri alla larga

Una settimana or è, per racimolare qualcosa pei compagni arrestati ultimamente, s'è pensato d'impreziosire l'aperitivo benefit con una proiezione. Di questi tempi in cui intolleranza e chiusura sono i due soli valori fondanti qualunque relazione umana, "Mañana Inshallah", documentario del 2016 realizzato dal trio tutto italiano Mattia Carraro, Lea Lazić, Otto Reuschel, ambientato nella città autonoma spagnola di Melilla, sulla costa orientale marocchina, e reperibile con offerta libera sul sito di "OpenDDB - Distribuzioni dal basso", è parso un titolo da proporre.

Documentario che colpisce per il taglio autoriale, quasi estetico. Pure troppo...Piuttosto che picchiare duro e risolvere, grazie ad uno shock, l'impasse emotiva che pare avvolgere il pubblico di oggi, il documentario sceglie la strada della sospensione, nella quale i malcapitati protagonisti debbono sopravvivere. Chiamala noia, lenta e logorante attesa, quindi assenza di tempo vivo e creatore (altro che motti "nell'attesa c'è già il piacere" buoni solo per le réclame), infine trattasi della sempiterna dedizione che gli stati moderni mettono in campo per non far scendere di prezzo il benché minimo oggetto, o spazio. Anche interpersonale (in altra recente pellicola si è visto come solo i "professionisti" possono intervenire, aiutare; altrimenti: pena pecuniaria, se non detentiva).
Da tre storie diverse, rese con fugaci tratti d'affresco, emerge comunque la diversificazione sempre più specifica, aleatoria e prevaricatrice, tra le differenti situazioni migratorie; gioco d'incastri kafkiano sulla pelle di individui ormai relegati a margine del mondo. La guerra tra poveri c'è, alimentata dai soliti interessi economici borghesi. E tutti continuiamo a guardare...
(depa)

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