Mirabilia di corte

Bello il ritorno di ieri in sala (specificamente la 2 del "Sivori"). Più di una pellicola papabile, l'umore mi ha sospinto verso l'ambizioso ed irriverente Yorgos Lanthimos. Buona scelta, poiché l'ultimo lavoro del regista greco graffia come al solito, ma diverte di più. L'alta società, anzi l'altissima corte, in tutta la sua volgarità e meschinità. Travolgendo ogni cosa con sé, popolo assuefatto compreso, maestà, lord, baroni e leccapiedi vari mettono in scena, nei secoli, il capitale e nauseabondo spettacolo di "Avidità e Autorità", capisaldi della nostra civile e prosperosa società. "La favorita", ma hai voglia a farne una questione di genere...

La sinuosa m.d.p., marchio di fabbrica dell'autore ateniese, entra nelle elegantissime sale di Hatfield House (Hertfordshire, Inghilterra), nella quale ci aggireremo sbalorditi per le 2 ore del film, accompagnata dall'altrettale accompagnamento musicale. Ecco perché l'ho scelto, penso. Poi mi ritrovo Rachel "Sarah" Weisz, da poco disobbediente, ben bardata, alle prese con imparruccati ancor più indaffarati. Siamo nel XVIII° secolo e, a sorpresa, la regina è quella sciatta che viene presa a mal parole dalla stessa. Il caso si fa intrigante, a fortiori quando irrompe sulla scena la naturale sfacciataggine di Emma "Abigail" Stone, per l'occasione ricoperta di olezzante fango/merda. Tra le stanzone i personaggi entrano, s'abbassano, escono e saltellano, fottendosi qui e gozzovigliando là. Nemmeno la più regale scenografia riesce a distogliere il fuoco dal dissolvimento, che avvolge la corte di sua maestà. Vizi privati e virtù inesistenti, le protagoniste lottano sì, tra maschi imbellettati ma rossi di sotto, ma per non rimaner indietro. Il più bieco interesse materiale, che trova sfogo in siffatte impalcature (mirabile visu!) che ancor ci portiamo appresso.
Lanthimos, ovviamente, non può presentarci una tirata moralista di centoventi minuti, si "limita" ad intrattenerci con un ritmo incalzante, scandito dai suoi soliti ed appropriati chapter, e colle furiose reazioni e contromosse delle tre protagoniste (la regina è interpretata alla grande dall'inglese Olivia Colman), davvero in grado di dar forma ad un dirompente morboso triangolo di corte, tristemente umano.
Divertente, consigliato.
(depa

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