Il Cinerofum macina. Ieri, nelle mie umili vesti, s'è recato al Cinema Cappuccini per vedere l'ultimo lavoro di Pietro Marcello, casertano classe 1976 specializzato in documentari, termine più che mai riduttivo se, ad esempio, applicato a "Bella e perduta", pellicola ("per lo più scaduta" come dice la spezzina classe '82 Sara Fgaier, co-produttrice insieme a Marcello, entrambi dell'"etichetta" indipendente "Avventurosa")...pellicola che intreccia elegia e denuncia, finzione e documentario, creando un unicum che ci ricorda tristemente quanto poco siano percorse, ad oggi, le potenzialità del mezzo cinematografico. Anche e soprattutto quando low budget.
La Reggia di Carditello è massacrata. Pulita sì, senza pneumatici né spazzatura, grazie al suo angelo (volato via la notte di Natale del 2013), ma già nel braccio della morte. Pulcinella può portare a prendere un'ora d'aria, per quel che vale. Vale, però, questo racconto.
Opera che mette in campo una sensibilità spontanea e ricercata. Le immagini conservano la malinconia del regista, gli occhi del quale si fanno lucidi nel mettere a fuoco le mille durezze, spesso non più percepibili, per abitudine, che attanagliano la sua terra. Ci si scosta un po' ed emergono tutte, in qualunque parte del paese si dimori.
Cercatelo in qualche sala, o recuperate il DVD, perché ne vale la pena. Perché chi cammina a testa alta, con intenti e linguaggi non omologati (pur con tutta l'eventuale spocchia racchiusa) deve essere sospinto. Perché le sequenze d'incanto si susseguono, sin dal primo inquietante ingresso nel mattatoio, riesumando un certo cinema, bello e perduto, appunto. Film-doc alto (c'è pure Tarkovskij, oltre a Fellini, Pasolini), complesso, confuso? Forse sul finire risulta meno compatto, ma si tratta di un ricordo astratto della Terra dei Fuochi, fuliggine metafisica che poi ritorna giù, nera.
Se non è malaffare è inerzia, meschina accettazione (Pulcinella azzecca il gesto solo per un ordine fortunato; però è simpatico); lentamente, sconsolatamente "fiduciosi in quella intelligenza che tutto dispone, ma è troppo indaffarata per fermarsi a spiegare".
Una favola che racconta la realtà (tremenda, sino al finale). Come dev'essere.
(depa)
Ps: l'angelo di Carditello è quello di Tommaso Cestrone.
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