Ieri pomeriggio, dopo i natalizi e succulenti avanzi in casa Marigrade, si è riusciti a vedere "A perfect day", pellicola spagnola che ha racimolato buoni giudizi tra critici e amici. E in effetti, racconto delle piccole cose, che diventano grandi in tempi e luoghi stravolti dalla guerra, questo è un film dal buon ritmo (senza sparatorie spettacolari) e dalla coscienza matura (senza buonismi d'accatto). Regia del madrileño classe 1968 Fernando León de Aranoa.
Pellicola in controtendenza; una spiacevole sensazione potrebbe assalire lo spettatore: non succede nulla? Oppure: in conclusione, è la storia di alcuni tizi che cercano una corda? Facendo un passo in più, ci si accorge che il regista spagnolo è stato abile nel farcire i gesti semplici del valore che in realtà hanno. L'abusata dicitura "aiuto umanitario", a ben vedere, sottende un significato e un compito così grande da far tremare le gambe. Questo film racconta ciò che straordinario dovrebbe essere ma, trattandosi di specie umana, diventa quotidiano: bonificare pozzi sabotati mediante cadaveri, schivare vacche ammazzate e utilizzate come trappole minate, restare inerte poiché lo richiede il protocollo. Normale che questi operatori internazionali, proprio per non impazzire, si portino a presso i loro piccoli affari personali. Di qui l'efficace e realistico contrasto tra le piccole "gatte" che i protagonisti dovranno affrontare e i disastri, "umanitari" appunto, tutt'attorno. Il finale è una chicca che abilmente fa tornare in qualche modo i conti e chiude la questione con eleganza (senza che, oltretutto, fosse necessario).
Quindi il taglio dato alla pellicola dagli autori è già un buon motivo per vedere questa pellicola. Aggiungeteci la buona fotografia tendente verso l'azzurro ONU, l'ironia mai stonata nonostante il terreno minato, l'ottima caratterizzazione degli stravaganti personaggi (Tim "B" Robbins, Fedja "Damir" Stukan), l'accattivante colonna sonora (selezione di gran tracce che ben s'adattano alla straniante, ma pure sempre atrocemente umana, atmosfera)...insomma se lo trovate ancora nelle sale, ne può valere la pena. Marigrade ed io garantiamo.
(depa)
Solo un accenno fugace alla modella ucraina, classe 1979, Olga Kurylenko: davvero inguardabile...
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