Corde e cappi umanitari

Ieri pomeriggio, dopo i natalizi e succulenti avanzi in casa Marigrade, si è riusciti a vedere "A perfect day", pellicola spagnola che ha racimolato buoni giudizi tra critici e amici. E in effetti, racconto delle piccole cose, che diventano grandi in tempi e luoghi stravolti dalla guerra, questo è un film dal buon ritmo (senza sparatorie spettacolari) e dalla coscienza matura (senza buonismi d'accatto). Regia del madrileño classe 1968 Fernando León de Aranoa.

PericolosaMente Giusta

Prima dell'eliminazione da una delle Coppe Italia più bizzarre degli ultimi anni, una capatina al Sivori per l'ultimo film di Woody Allen non può definirsi un obbligo solo perché, per il 'Rofum, anche Woody "è sempre un piacere". "Irrational man" è una commedia, intrigante dostoevskijana, meno fantasiosa, tremendamente più realistica di altre; non più piatta, però, essendo la vita reale la più complessa e affascinante avventura...

Oscuro senza passato

Buongiorno Cinerofum. Ieri sera, assieme ad Elena, ho rimesso piede all'America di via Colombo dopo anni, con un pensiero alle vecchie e indimenticate mini-rassegne. Le cause dell'emozione, però, sono da dividersi equamente tra luogo e occasione: Orson Welles in programma (centenario vita, trentennale morte), con "Rapporto confidenziale" del 1955.

Fermi in profondità

Ultimissimo appuntamento con la rassegna "Intolerance" del Teatro Altrove, 'sta volta dedicato agli "Italianissimi".  A tal proposito, il 1960 fu un'annata doc per il cinema italiano: la giuria di Cannes, ad esempio, dovette premiare "L'avventura" di Michelangelo Antonioni (e lasciare la Palma ad un altro italiano...): uno svolazzo rosa di gran spessore artistico, a tracciare con geometrie e profondità alienanti, su piani incomunicanti, l'impossibilità borghese del fiorir d'alcunché, cara all'intellettuale ferrarese.

Sola e diabolica

Sulla scia dell'ultima sua Palma d'Oro, Il Cinerofum, ieri sera, ha invitato in sala Valéry il regista parigino Jacques Audiard. Oltre a lui, pure una vecchia conoscenza dei nostri appuntamenti: Zippino (misteriosamente ricomparso). L'atmosfera è distesa poiché da Audiard ci si aspetta quel suo cinema sociale d'azione che propone riflessioni e, soprattutto, intrattiene con ritmo. Rivisto dopo anni, "Sulla mie labbra", del 2001, continua a tener buona compagnia, leggera mai stupida.

Mito grosso

Ieri sera io ed Elena abbiamo accompagnato il Cinerofum in trasferta. Al "Cineplex", laggiù all'Expò, è in programmazione l'ultimo film di Ron Howard (il nostro Richie Cunningham spelacchiato). Esponente del cinema spettacolare hollywoodiano, ma sempre attento alle riflessioni e alle crisi sottese ad una grande avventura, la regia dello statunitense ben s'adatta ad un racconto che, da uno dei maestri della letteratura americana, racchiude in sé molteplici aspetti dell'affascinante e folle esistenza umana. "In the heart of the sea" coniuga spettacolarità e...profondità.

Mon dernier film

Il Cinerofum l'aveva minacciato: darci dentro con François Truffaut. Detto, fatto. Ecco due righe su "Finalmente domenica!" (1983), ultimo film diretto dal regista parigino, scomparso l'anno seguente (il 21 ottobre 1984, tumore al cervello). E' un giallo incredibilmente leggero e coinvolgente, ironico e ritmato, con la gran coppia protagonista Ardant-Trintignant.

Né ladri, né onesti

Il ponticello immacolato stava già per terminare, la sala Valéry ancora attenta sulla storia di A. Hugo, quando la "Puvioli Produzioni" s'è presentata, fiduciosa e determinata (un po' delirante visto la proposta), con un Elio Petri di culto: "La proprietà non è più un furto" (1973) conclude degnamente la nevrosi avviata tre anni prima...

H. è andata

Martedì immacolato, mh sì certo; François Truffaut ormai è accampato in sala Valéry (Baracca, Elena ed io in sala), questa volta per raccontarci, freddamente, un folle amore celebre quanto nascosto, potente quanto non corrisposto. "Adele H. - Una storia d'amore", del 1975, ricorda che una sola passione, per quanto immensa, non tiene in vita, anzi...

"Mi ci diverto!"

Lunedì scorso era il 7 dicembre, quindi auguri Prof.!, quindi all'Altrove, tutti assieme. L'occasione è una pellicola del 1968, diretta da Damiano Damiani: "Una ragazza piuttosto complicata" tratto da un soggetto di Alberto Moravia, è una liaison scanzonata e provocatoria in cui, come annuncia la curatrice della rassegna "Intolerance", è possibile cogliere una disamina metacinematografica sullo sguardo degli interpreti e una sulla crisi di virilità del sesso forte".

Un'altra libertà

Dentro a François Truffaut, ecco dove siamo finiti. La Sala Valéry, Elena ed io. Lunedì pomeriggio che è un ponticello riposante, facile che venga in mente di sedersi e farsi raccontare una storia di "Un ragazzo selvaggio" (1970) cresciuto immerso nella natura, lontano dai suoi simili e dalle loro convenzioni e "conquiste" civili. Come sempre, la leggerezza di una parte, almeno, del cinema del regista parigino aiuta ad una visione curiosa e rilassata.

Jet sbandata

Il fine settimana appena trascorso, allungatosi sino ad abbracciare il martedì dell'Immacolata, è stato ben prolifico "a livello di cinema". Si è partiti domenica, in sala Valéry, colla visione de "La calda amante" (originale "La peau douce"), film del 1964, scritto e diretto da François Truffaut. Una delle tante storie d'amore, nata storta come lo zig-zag d'un fulmine: morbida e fresca nel battito che pompa, mortale in quello che, per l'ultima volta, ritira tutto.

Peccato, Watson...

Niente. Cinerofum impazzito. Il sesto film in tre giorni è stato "Mr. Holmes" diretto dal newyorkese Bill Condon. Pellicola il cui soggetto di partenza è ricco di fascino (altalenarsi di 3 livelli: realtà, fantasia e ricordo), ma viene poi tradito nella messa in scena, preferendo non rischiare di caricare eccessivamente il pubblico, forse al fine di richiamare in sala tanta gente che si vuole bene e che si dà dei bacini. Peccato, le carte erano buone.

Orgoglio di Bufala

Il Cinerofum macina. Ieri, nelle mie umili vesti, s'è recato al Cinema Cappuccini per vedere l'ultimo lavoro di Pietro Marcello, casertano classe 1976 specializzato in documentari, termine più che mai riduttivo se, ad esempio, applicato a "Bella e perduta", pellicola ("per lo più scaduta" come dice la spezzina classe '82 Sara Fgaier, co-produttrice insieme a Marcello, entrambi dell'"etichetta" indipendente "Avventurosa")...pellicola che intreccia elegia e denuncia, finzione e documentario, creando un unicum che ci ricorda tristemente quanto poco siano percorse, ad oggi, le potenzialità del mezzo cinematografico. Anche e soprattutto quando low budget.

"Disgusto totale"

Al secondo spettacolo, ieri sera, mi sono spostato nell'altra sala del City. Questa volta Marigrade ha visto con occhio, prima di suggerire. Quindi, nonostante il trailer mi avesse terrorizzato, mi sono seduto davanti a "La legge del mercato" con una certa confidenza...regia di Stéphane Brizé (Rennes, 1966). Film francese tremendamente realistico, ecco a voi uno scorcio sulla miseria che accompagna il nuovo vorace capitalismo.

Classico di oggi

Un accenno di Marigrade ("è il remake di un argentino di cui parlarono molto bene") può bastare. Dopo un'improvvisa sparizione dal City, ieri è ricomparso "Il segreto dei suoi occhi", diretto da Billy Ray (regista e sceneggiatore del Tennessee), quindi non me lo sono rifatto sfuggire. Che dire?, è un buon thriller in stile classico, dal buon ritmo e con interpreti altisonanti...mi chiedo perché sia stato ignorato dal mainstream.

Bisagno puro e deciso

"Bisagno" fu il nome di battaglia di Aldo Gastaldi (Genova 17/09/1921, Desenzano 21/05/1945). Battaglia partigiana e antifascista; decisiva. Genova e il Levante ligure gli devono moltissimo. Sarebbe meglio non dimenticarlo così spesso. Marco Gandolfo, chiavarese classe 1976, ci viene in soccorso con un bel documentario incentrato sulla figura del comandante della divisione "Cichero" della Sesta Zona, "giusto e sincero" come non s'usa quasi mai, "dallo sguardo dritto...che andava a segno", pronto a morire per ciascuno dei suoi, gli unici che amasse quanto il suo dio.

Pulizia e rogna

Altro lunedì pomeriggio in pellicola, ieri sera, all'Altrove; su letto di commedia italiana, con glassa di Sordi e De Sica. Proseguendo lungo il tragitto indicato dalle visioni precedenti, ancora una volta sono il perbenismo vuoto e l'ipocrisia di facciata a far da scenario: "Il moralista" è un film del 1959, diretto dal romano Giorgio Bianchi, in cui Sordi si fa più rigoroso e viscido che mai.