
Che il maturo e rassegnato, ormai "studioso di mosse", Paul "Eddie" Newman non sopporti lo spaccone Tom "Vincent" Cruise, non può che suscitare un rapido sorriso. Qui gatta ci cova; difatti Eddie non cederà, tornerà, occhiali da vista, capelli innevati e rughe affascinanti, a lottare biglia su biglia. Ma è la numero 9 l'unica che conta, lui questo lo sa. Vincent lo imparerà. Il passamano tra i due attori americani è accennato, ma rifiutato dal vecio con un ultimo gesto d'orgoglio. Non è ancora ora, non lo sarà mai...
Pellicola in cui risalta il contrasto tra l'eleganza delle rotazioni, dissolvenze, zoomate del regista (così come quella dell'uomo formatosi nel decennio '50-'60) e il canovaccio piuttosto scialbo (di pari passo con lo stile estroverso e verace, sì, ma discutibile, proprio degli '80; anche gli accompagnamenti musicali, alcuni tremendi, altre più azzeccati). Quasi a simulare quell'esagerazione cui Vincent non pare proprio di saper controllare, la m.d.p. pare disinteressarsi di ciò che riprende, preferendo far sfoggio di sé. Sapete, no?, quella storia delle perle e dei porci (chissà se mi leggesse Martin). Meglio così, tanto Newman è "il più forte!" e Scorsese non certo è da meno.
(depa)
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