Finalmente ieri sera sono
riuscito a prendermi una pausa dalla Jamaica
e ho schiacciato il tasto play ad
un’ora decente, così che la sala Town si è riempita di libidine, anzi doppia
libidine coi fiocchi!
“Bomber” (1982), diretto da
Michele Lupo, è uno dei film preferiti del direttore, che per l’occasione
chiamerò “il capitano”, e anche al sottoscritto non è dispiaciuto per niente. Una
frizzante commedia anni ’80 che possiede decisamente una marcia in più rispetto
ai tantissimi disprezzabili e noiosi fratelli, cugini e parenti vari
dell’epoca.
Un Jerry Calà e un Bud Spencer
in grande spolvero dettano i tempi della pellicola e la trama prende una forma
e un percorso inaspettato fin dall’inizio, quando al primo incontro sul ring sembra
di assistere, dopo solo mezz’ora di pellicola, al classico epilogo di una
grande vittoria del buono, nello specifico Giorgione, che ho scoperto dal
messaggio di cordoglio su Skype del
capitano essere il recentemente scomparso Stefano Mingardo, e invece ancora ce
n’è…
La colonna sonora trasmette
allegria e Jerry ogni tanto si da delle botte che fanno morir dal ridere, anche
se quella più divertente la prende, poco prima di un epilogo da applausi.
Belle le riprese sulla spiaggia
e spassosi i personaggi secondari.
Passo la parola al capitano
per un’analisi più seria e approfondita o per scrivere il copione parola per
parola a memoria. Vedi tu, depa…
(Ste Bubu)
Dal 2009 in testa questo chiodo: la recensione di "Bomber". Dalla terra di Jah, mi hai tolto un bel groppo. Te ne sono riconoscènte. Impossibile scrivere di questa pellicola maestra di vita, senza partire dalla prima battuta (da quel grande cambio d'espressione di Jerry sulla sua mitica dune buggy), per giungere ai pugni alzati di Bomber al centro del ring.
RispondiEliminaAllontanandomì il più possibile da questa pellicola e provando ad osservarla come un corpo compresso (e non una "sequenza infinita di gag ben riuscite"), mi preme sottolineare il perché della mia sentenza espressa sopra; pellicola che insegna, perché arriva a tutti, bambini, ragazzi e uomini; e perché sprigiona sentimenti sani come la lealtà, l'amicizia, la tenacia.
Il regista che venne da Corleone in questo film pare aver infuso tutta la conoscenza acquisita negli anni. L'attenzione al montaggio (per non perdere alcuna mossa dell'esaltato e verace Jerry), la cura nell'utilizzo del sonoro (garanzia fratelli De Angelis), la capacità di accostare colori ed oggetti con effetto avvolgente. Dirige Bud Spencer fidandosi della sua esperienza, ma è da e con Jerry Calà che riesce a trarre quella forza vitale unica nei film del genere. Jerry è un vero tornado, un personaggio di quartiere senza tempo, ha un sogno e, facciata dopo facciata, tra una mangiata e una risata, ce la farà, senza tornaconto, così, solo perché è bello giocare alla vita.
Per questo motivo lo guarderò altre 100 volte, appena un amico vorrà fare un salto da me. Per questo non mi tratterrò mai dallo sciorinare a memoria ogni singola battuta, cogliendo ogni santa volta, quella sfumatura che mi dà ragione, autopacca sulla spalla, Jerry e la sua banda erano dei grandi, i migliori.
Da brividi.
Rivisto tra Natale e Capodanno, con l'altro estimatore al fianco (Zippa), recitato a memoria come al solito, coglie impreparati ogni volta per l'atmosfera gioviale qui, malinconica là, con una perfetta sincronia colle musiche degli Onions, e per la perfetta amalgama della coppia protagonista. Jerry Calà da Oscar, dalle instintive e folgoranti battute annidate nel montaggio, Bud Spencer maturo attore scafato, in grado di dar corpo dl un lupo di mare, sempre pronto a partire così come ad aiutare un amico. Commovente.
RispondiEliminaIeri s'è spento Bud Spencer (a.k.a. Carlo Pedersoli), grande e grosso, atleta attore di film leggeri, scanzonati, divertenti, ma lui non rideva mai sguaiato; faceva fare agli altri. Lui tirava una sberla e faceva una smorfia, mano sulla faccia e avanti, a sfiorare un'altra idiozia umana. Mancherai al 'Rofum, vecchio Bud.
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