
Sin dalla prima scena, folgorante, coi propri contrasti di colori, il montaggio da scontro a fuoco e qualche zoomata che tira per i capelli, si palesa lo stile del giovane trentenne newyorkese, destinato a scioccare ed affascinare, simultaneamente, come se non ci fosse nulla di più attraente di una macchia rosso acceso. Non solo; sceneggiatura audace, nulla di nuovo sotto il sole sempre luminoso di questa pellicola, ma le note di una libertà illusoria quanto necessaria sono tenute alte, con un pop cinema di qualità che, in seguito, farà scuola, a sua volta. Bertha "Carromerci" (Barbara Hershey 25enne) , faccia d'angelo indimenticabile, sopra quell'innocente vestitino a fiori ha indossato una giacca di pelle e sarà una lezione continua, su pelle e anima ("un po' di coraggio e un po' di fortuna"). Attorno alle rotaie che uniranno i grandi capitali, aleggia uno spirito anarchico inconsapevole e involontario, forse così com'è richiesto, come dev'essere. La pellicola, parimenti, si mette in moto apparentemente senza meta, conducendoci ad una fine amarissima, lungo stati disseminati d'odio intervallati da sprazzi d'euforia costantemente braccati. Non c'è rivalsa, ma una vendetta rabbiosa e liberatoria che innalzerà un altro inutile Gesù Cristo. Da vedere.
(depa)
(depa)
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