E non poteva andare altrimenti. In fondo è giusto così. In una rassegna cinematografica più vuota di contenuti della più dolce sala del più remoto cineclub, non poteva che essere un film d'animazione, quello in grado di folgorarmi. Non per mancanza di rispetto. Al genere d'animazione, intendo. E' che non me lo sarei aspettato. Sabato pomeriggio, io e Marigrade, con gli occhi ancora un po' intontiti dalla luce delle 13, entriamo nella sala GEA dell'Apollo. In programma "L'arte fella felicità", opera prima del napoletano Alessandro Rak, sezione "Settimana della Critica". Piano piano, col crescendo di una qualsiasi delle stupende canzoni presenti in questa emozionante pellicola, l'anima ha preso il volo...
Cartone animato d'autore. Il titolo e l'introduzione potrebbero spingere qualcuno a mettersi in guardia. Ma qui il buddhismo (karma, samsara e compagnia bella; bella sul serio, ma che non sposo), ecco il grande risultato ottenuto dagli autori, è solo una delle componenti. Il misticismo che avvolge la pellicola è quello che ognuno può (dovrebbe?) scorgere nei propri giorni. Altro che pace dei sensi e accettazione: Sergio, il protagonista, ha rabbia da vendere all'ingrosso, ci sono cose che non si riescono a mandare giù. Urla, impreca, contro la sua bella e dannata Napoli, contro il fratello, contro sé e tutti. Difficile spiegare quello sfrigolio che s'infila tra cuore e pelle durante la visione di questo film che, spadellando lo spettatore in un soffritto di sensazioni, lo commuove e lo fa sorridere. Deprimersi e rialzarsi, soffrire e saltare. Non male per un cartone animato (tanto per capirci, Disney non ha mai fatto, voluto?, tanto). Davvero: esco dalla sala e la voce è rotta; per dieci minuti. Non si è lucidi, ma incantati.
Incantati dai disegni meravigliosi, dalle musiche indimenticabili (24 Grana, Gnut, Joe Barbieri, Foja), dalla sceneggiatura visionaria e profonda, dai personaggi delicati e preziosi. Dai momenti.
Fuori dal cinema, lo stesso pensiero per noi due: se di tale graphic novel esistesse l'omologo film "reale", sarebbe un capolavoro. Considerazione infelice ma che rende l'idea.
Lo consiglio a tutti quelli cui voglio bene; nella speranza che mi facciano sapere se, semplicemente, ci sono cascato.
Congratulazioni a tutti coloro che stanno dietro a quest'opera unica, partenopea, che gonfia il cuore.
Il mio premio d'Oro 2013.
Voto: 8,5.
(depa)
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