Hotel delle meraviglie...

Prima del termine del mese più breve, qualche parola scritta su di un film di Jean-Luc Godard, visto a gennaio. Realizzato nel 1985, "Detective" a quanto pare fu la pellicola spicciola con cui il regista e teorico cinematografico parigino si prefisse si racimolare qualche franco. Ciò non toglie che gli interpreti sono roboanti e che il guazzabuglio che ne esce, dopotutto, godardianamente, sta lì a raccontare che la vita è così e che il cinema le va a presso.

Poveri alla larga

Una settimana or è, per racimolare qualcosa pei compagni arrestati ultimamente, s'è pensato d'impreziosire l'aperitivo benefit con una proiezione. Di questi tempi in cui intolleranza e chiusura sono i due soli valori fondanti qualunque relazione umana, "Mañana Inshallah", documentario del 2016 realizzato dal trio tutto italiano Mattia Carraro, Lea Lazić, Otto Reuschel, ambientato nella città autonoma spagnola di Melilla, sulla costa orientale marocchina, e reperibile con offerta libera sul sito di "OpenDDB - Distribuzioni dal basso", è parso un titolo da proporre.

Poesia morta, in scatola

Febbraio niente male, questo, cinematograficamente scrivendo (per tutto il resto, in effetti...). Ormai fiducioso nelle proposte che giungono da Elena, quando questa s'affaccia al "Grim" dicendo che "c'è un tedesco..." mi pianto il berretto in testa e la affianco verso il "City", dove in programmazione c'è "Un valzer tra gli scaffali". Diretta dal regista Thomas Stuber, trentottenne di Lipsia, questa dolce storia d'amore e alienazione nella grande distribuzione tocca sguardo e cuore dello spettatore.

Per un pugno di fiori

Beh, si può scrivere ancora qualcosa sull'ultimo lavoro di Clint Eastwood. Sì, il leggendario attore/regista è ancora vivo (ne farà 89 quest'anno) e, bisogna ammetterlo, pare piuttosto in forma. Con "Il corriere" (t.o. "The mule"), tratto da una storia vera e degna di essere raccontata (un novantenne in crisi economica alle dipendenze del narcotraffico), lontano dalla retorica cui spesso ci ha sottoposti l'artista repubblicano, è una pellicola godibile perché avvincente, profonda, ben girata ed interpretata. Questo è il cinema che puoi e sai darci, Clint.

Affetti distorti

Tornato coi piedi per terra, nelle sale cinematografiche, mi ritrovo a passeggiare tra pellicole profumate. Come quella di ieri, annusata con Elena all'"Ariston", fresca vincitrice dell'ultimo Leone d'Oro (2018). Scritto e diretto da Alfonso Cuarón, "Roma" è una meraviglia per gli occhi, che si trascinano a presso uno spirito calmo ed inquieto, gioioso e sofferente, assolutamente incapace di vivere tra essere umani. Il dolce ed omicida fallimento della specie umana, ha le tinte del petrolio che ci sta soffocando.

Superhero DiStock

Quinto ed ultimo "filmone", più "on fly" che "on air", "offertomi" da Air France è stato il chiacchierato "Deadpool", salito alla ribalta per il suo omonimo protagonista, supereroe Marvel sboccato e irriverente, in grado di portare una supposta (calzante) sventagliata di humor senza etichette né veli. Nella realtà, un plot piuttosto consueto, costellato da dialoghi dalle virgolette imperanti, allusive o graffianti, uniti ad effetti speciali all'altezza, ma già visti. Sufficiente perché il film trovi il successo annunciato? Il botteghino dice sì, come dubitarne, mentre per il barboso cinefilo...il dubbio rimane, poiché la voglia di "spaccare" degli autori gli pare rimasta interrupta.

Banality Old Story

Qualcuno non ci crederà. Vedere così, all'improvviso (puf!), comparire il nome Paolo Virzì tra i post de "Il Cinerofum", farà sobbalzare qualche natica. Ebbene sì, complice un volo da otto ore da consumare ed un'offerta in lingua italiana da rivedere, "Ella & John - The Leisure Seeker" fa da apripista per la cinematografia del regista romano, che tanti miei cari amici ha conquistato. Paolino qui non c'è trippa. Commedia da voto 5 ad esser generosi; non certo verso di te, cui il 'Rofum deve davvero poco (il Cinema?), ma verso i due attori protagonisti, icone di un cinema che fu. E che tu...

Pedo de Aranoa

Quarto e ultimo film del viaggio d'andata, da oriente a dove s'ammazza, è stato un altro tremendo. Non che si possa parlare di delusione, pur avendo apprezzato l'ultimo lavoro di Fernando León de Aranoa. Ogni cosa al suo posto, si potrebbe dire. Ed "Escobar - il fascino del male" (t.o. "Loving Pablo", 2017), basato sul racconto biografico di Virginia Vallejo, presentatrice TV classe '49, che ammaliò il narcotrafficante colombiano passato alla storia, Pablo Escobar, per poi tradirlo e abbandonarlo appena possibile, ben si merita di essere relegato sugli schienali di un volo che ha da passare. Di più, è degno anche del doppiaggio italiano che gli hanno appioppato per l'occasione...

Raccogliete gli escrementi di Wes

La terza pellicola transitata sul minuscolo schermo dell'Air France PAR-HAV testimonia di un, anzi due precipitamenti. Come altrimenti definire l'andamento artistico di Wesley Wales Anderson e quello critico dei suoi estimatori? Da paura quest'ultimo volo schiantatosi su "L'isola dei cani", del 2018. Senza parole, assisto a questo disastro cinematografico in cui un regista texano dalla sensibilità bugiarda palesa, invece, una superficialità ai limiti dell'infantilismo. Ok, questo è un "cartone animato" (stop-motion), una pellicola di fantasia per babanetti ed io mi son fatto influenzare da questa illuminante scelta artistica...

Spaziare in sé

Il secondo film "on fly" è del fresco vincitore dell'ultimo Leone d'Oro (2018). Nel 2013 Alfonso Cuarón realizzò il suo precedente e forse più celebre film, "Gravity". Interpretato da due sole star di Hollywood, Clooney e Bullock, punta sull'intimo fascino di un infinito spazio, silenzioso e spettacolare, bello quanto letale, riuscendo nella scommessa di non venire relegato tra i blockbuster dalla locandina patinata.

Mirabilia di corte

Bello il ritorno di ieri in sala (specificamente la 2 del "Sivori"). Più di una pellicola papabile, l'umore mi ha sospinto verso l'ambizioso ed irriverente Yorgos Lanthimos. Buona scelta, poiché l'ultimo lavoro del regista greco graffia come al solito, ma diverte di più. L'alta società, anzi l'altissima corte, in tutta la sua volgarità e meschinità. Travolgendo ogni cosa con sé, popolo assuefatto compreso, maestà, lord, baroni e leccapiedi vari mettono in scena, nei secoli, il capitale e nauseabondo spettacolo di "Avidità e Autorità", capisaldi della nostra civile e prosperosa società. "La favorita", ma hai voglia a farne una questione di genere...

Bit ribelli di sé

Primo dei quattro film visti sul recente Paris-Havana, probabilmente determinato da un a dir poco mirabolante elogio fornitoci, la sera prima della partenza, dal nostro premuroso ospite di Via Sarpi, Chinatown, Milano (che birre alla "Chiesetta", autentico sabòr de China per finire, e che PatiCherì aprés...de dejar...graçias amor!), l'ultimo film di Steven Spielberg permette "svolazzi" nemmeno tanto frivoli..."Ready Player One" (2018).