Tra i "6 capolavori del Cinema di Éric Rohmer" sta anche "L'amico della mia amica", del 1987. Ultimo episodio dei suoi "Comédies et Proverbes", ne rappresenta il distillato: sciroppo leggero e zuccherino, può irritare gli alcolisti delle emozioni forti. Ma il tempo passa, la buona e semplice acqua torna alla ribalta. "Chi disprezza ama" è una molla dalle spire eterne.
Bon, alors, Emmanuelle Chaulet (1962) è Blanche. Mentre l'altra, Sophie Renoir (classe 1964: figlia, nipote e pronipote!) è Léa, che sta, sì, con Fabien, ma è attirata, negandolo, dal viveur Alexandre (François-Éric Gendron, 1954). Chi studia, chi lavora, chi ha orari, le giornate si superano, così, naturellement. Allo stesso modo con cui si dava appuntamento, senza scambi di numeri, alè!, ci si becca. Ventenni parigine colle loro "botte di angoscia", "da ragazzina", alla scoperta degli altri e di sé (al Rolando Garozzo con la visiera di Fantocci). Insomma, i tira-e-molla rohmeriani, lungo linee diagonali di architetture di design: A Cergy-Pontoise ("Saint-Cristophe"), in un qualche nordovest, l'alienazione solitaria e sgomenta di de Chirico.
Divertente, anche, sulle "belle occasion perdu". "Mais rien". Nonostante le buone interpretazioni che, sempre, Eric Rohmer sapeva catturare dagli attori (la stronza! Ahahah!), nella "Sala 1" del "Sivori" risuonano gli sbadigli...Senza preavviso, possono infastidire queste donne e uomini coi picci alle prese coi capricci (d'amor, "assurdo, pazzesco"), tra incontri, incroci, scambi ("chez-moi?").
(depa)
(depa)
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