Arte e pagnotte

Nel dittico dedicato a Damiamo Damiani, che prontamente riporremo in "Santa Brigida", v'era anche "Assassini dei giorni di festa" (t.o. "Ángeles de negro"). Del 2002, ultimo lavoro dell'allora ottantenne regista romano, è una spigliata produzione italo-spagnola; commedia nera caciarona "riconosciuta come d'interesse culturale". Nonostante la determinazione dei suoi collaboratori, l'onorificenza pare spiegarsi come un ringraziamento alla carriera di un autore ormai sfocato, ma che era gajardo!
E vediamolo questo "interesse" ministeriale. "Forza ragazzi, su, presto, inizia la cerimonia". S'apre il sipario sulla sua chiusura. Il Teatro Buenos Aires, nel 1955, sbaraccava. Serrata non voluta accompagnata dalle note del tarantino, classe 1963, Beppe D'Onghia e dai lamenti d'una mancata Jean D'Arc causa influenza. Festa! Rimproverati da un angelo donna, come l'illuminato! Morte e arte. Ai funerali di consumati riccastri, allora, a recitare altre storie! Dove trovi la "scenografia perfetta" per la recita di "questo copione". "Molière aiutami tu". Dialoghi e interpretazioni sporchi che aggiungono un'imperfetta stravaganza. Elegantemente informale (voce fuori campo), su "segreto e confusione!". Tutto è apparenza, figurarsi tra melodrammatici come attori. Impareremo. Ma quanto si può reggere in corpi in prestito? Verità e menzogna. Purtroppo, rischia in un crescendo di stereotipi (telefonata muta, candele spente...giù il sipario), ma forse, dopotutto, resta "più divertente della vita".
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento