Vatteneresta!

Grazie all'iniziativa "Genova reloaded" (?), la possibilità di rivedere Eric Rohmer, di continuare la sua, e su di lui, chiacchierata. "La moglie dell'aviatore", del 1981, è il primo capitolo del ciclo "Commedie e proverbi" (partendo da Alfred de Musset). I tira e molla, con la donna che infine porta sullo schermo, con ironia, tutta la sua noia.
Introduce il "buon" Luca Malavasi, "Ciclo include anche il più celebre, e premiato, "Raggio verde", l'esempio più marcato del suo stile. Cinema che non esiste più, se non in forme "intellettualizzate", mentre Rohmer rifuggiva gli intellettualismi. Interamente trascinato dalla parola (elemento 1), non dall'azione. Il dialogo al centro del suo cinema. (2o elemento): Volgarizzazione della filosofia, tra conoscenti e familiari che fanno filosofia spiccia, quotidianizzata. Elemento n°3: Parigi. "Paris m'a séduit" canta la canzone di chiusura. Da non parigino, l'unico della sua nota cerchia artistica, la sua chiave di lettura è una Parigi qualunque (non certo quella dei viali), ma con un certo elemento magico (sogno), nelle cui strade sbocciano gli incontri. Da vera commedia classica...Documentarismo, iperrealismo. Nessun primo piano [forse ho sentito male...], nessun gioco registico..."
..."o 'Non si può pensare a tutto!'". Però le donne rohmeriane esistono ancora. A cerchiate sui muri accanto ai "Ticket restaurant" sulle vetrine. Il caso, le bugie, gli equivoci. L'indimenticabile passeggiata nel parco...Tree fetish. Fantastique Lucie (Anne-Laure Meury, 1964). Spionage. "Geremiade" d'anime inquiete, nervosamente insoddisfatte. Vatteneresta! Una questione di penne (carichi o no). Explications et questions! Tra i più godibili, così mobile e leggero. Profondo e ironico come spesso. "Parigi con la frenesia delle sue agitazioni" , tutto finisce con la distanza di un francobollo.
(depa)

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