Soffiare la mamma

A 19 secondi dall'"Ariston", "Divano di famiglia" (t.o. "Mother, Couch") diretto nel 2023 da Niclas Larsson, esordiente classe 1990 di  Malmö. Come dimostra il suo permanere nelle sale di fine estate, lo svedese dispone di stoffa e staff per una pellicola surrealista, profonda, visionaria, che può colpire il pubblico. L'abbraccio tra madre e figlio può richiedere la rincorsa di un distacco definitivo.
Silenzio ("Lyricalz"). Tutto partì da una cassettiera. Nuvolette sinistre, sporadiche note soleggiate, variabili. "Da un romanzo...", quello del connazionale, classe 1971, Jerker Virdborgs "Mamma i soffa" (2020): ci tocchiamo nel buio della sala. Synchro maniacale, scandinavo (o scandìvano), col batterista Christopher Bear (Chicago, 1982). Comunicazione e 911, diversi approcci all'esistente. Poi la musica arriva...Cinema creativo su distacco e riconciliazione. Tra madre e figlio, tra generazioni. "Tutti a pezzi", ma uno più degli altri. Lo scozzese Ewan McGregor, da sempre un ottimo esaurito. Scenografia azzeccata, più alienante di un Ikea da cui, sì, non si esce, ma in cui si percepisce ancora di essere in trappola. Apprensioni, ansie, incongruenza, scleri. L'uomo civilizzato in tutte le sue nevrosi. Si oscilla sapientemente tra compassione e repulsione per il comportamento affettivo del protagonista. Provare, da qui, a trarre conclusioni (su di sé). Un gesto liberatorio, esasperato; lo stato confusionale. Anche così, alla ditta specializzata Arredamenti Psicanalitici, si può giungere alla seconda frattura ombelicale (per McGregor, almeno la terza!). Per Elena 6 (addirittura "raggiunge la sufficienza nel rush finale"), evidentemente infastidita dalle recitazioni e situazioni graffianti sullo schermo. Efficace mix statunitense-svedese (Coen? Hamer, Andersson, Ostlund?), per me anche mezzo voto in più, non solo per la novantaduenne Ellen Burstyn (7 dicembre 1932), ancora una volta pazzesca nelle vesti di madre smarrita.
(depa)

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