La Quarta Classe

Mezz'ora per scrivere dell'ultimo lavoro di Jean-Pierre e Luc Dardenne. I celebri Fratelli belgi, ribadiscono la denuncia di una società i cui fondanti sono prevaricazione e abuso. Lotta per la vivenza che trova in leggi e regolamentazioni la sua abominevole istituzionalizzazione. Nel silenzio assordante di tutti gli astanti. "Tori e Lokita" lottano, vivono e muoiono.
Tra quelli in sala, unico vero "guizzo" della serata, non c'eravamo solo Elena ed io, ma anche Bubu! Appena tornato da Port Antonio, subito sequestrato in sala, grato come noi di tutto il cinema fatto dai due attenti autori della Vallonia. Un'altra storia di emigrazione, causata e ostacolata dal medesimo sistema e resa ancor più dolorosa dalle insindacabili burocrazie universalmentre suffragate. Ancora un racconto che tocca cuore e stomaco. Rinunciando alla purezza stilistica (pregiata ruvidezza, in realtà), i Dardenne vanno al punto più seccamente del solito. Difficile rimanga un'immagine negli occhi, stavolta gli autori puntano alla mente, additando, con la loro inconfondibile sensibilità, le colpevoli accettazioni ed inerzie di tutti quei disumani meccanismi che, dopo tante parole, continuano a privare della libertà milioni di individui. Si muore in mare, sul lavoro, scappando da una guerra o dai nuovi sfruttatori di turno. Si muore d'ingiustizia e di dolore.
A fine visione, tutti e tre della "ciurma" riunita soddisfatti, certi che andasse così.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento