Falso Facile

Alla lunga, anche Elena si è accorta di aver bisogno di Cinema. Anche in Sala Negri, ma senza pagliacciate, né réclame. Sempre grazie a "Foglio", posso sfoderare senza indugio una pellicola del Burkina Faso, del 1984: conosciamo Ouédraogo Idrissa (1954-2018), formatosi a Parigi, ben saldo ai silenzi e alle parole delle sue origini. Gioie e dolori, distanti e vicini a noi: "Nonna" (t.o. "Yaaba").
Dedicata "A Watamou", questa pellicola burkinabé, che gira attorno ad un piccolo villaggio. Una vecchia, una strega. Legame che viene da lontano, nel tempo e nello spazio. Saggezze distanti da regole e norme. Amicizia e solitudine declinate con ben altri andamenti.
Dal film emerge anche l'affascinante figura delle donne, ad una tappa sicuramente più avanzata lungo il percorso dell'emancipazione. Parità che consente alle donne di non essere cambiate, ma semmai, di cambiare il proprio compagno, se è un testardo. I falsi ciechi sono ovunque. Pellicola dalla strutture complicata o falsamente semplice, con le figure che appaiono e scompaiono attorno ai dintorni della comunità, quelli tagliati dalla stessa nonna Sana, solcati di sbieco, a causa di un ostracismo illogico quanto condiviso. Film dagli splendidi silenzi, dinanzi a tante idiozie. "Nonna" Sana disprezzata perché vecchia e, ormai delusa, di poche parole.
Primo comandamento "Non giudicare", in una pellicola sulle ipocrisie che non seguono latitudini.
(depa)

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