L'oro della revolución

"Un Duccio Tessari all'anno...", diceva uno pigro medico genovese. Sono corso ai ripari, anche grazie a "RaiMovie", sempre provvido d'avventure del Lontano Ovest, per ritrovarlo all'opera nel 1971, con un duo di caratteristi indimenticabili: scatenamento assicurato. "Viva la muerte...tua!".
Dalla "Video Mercury Films" uno spaghetti western con tanta foja di far casino. Franco Nero ed Eli Walach. Ancora una volta prete ambiguo, che spara all'auto per non farla soffrire, e uno scapestrato, appunto, in odor d'Estreme unzioni. Un tesoro...e un principe russo di cui "non fidarsi nemmeno da morto" disposto a tutti gli stratagemmi. Irrompono i giornalisti "creatori e distruttori di miti". Il classico falso Salvador, improvvisato dagli eventi, permette al regista ligure di raffigurare ancora una volta l'entusiasmo popolare per la rivoluzione, col suo carico di speranza, la sua zavorra di retorica (tanto cara ai westernografi nostrani, appena scornati dalle piazze). "Soldi liberi!...I ricchi dovranno dare i loro soldi a...me!". Ahaha, Viva la Revolución, evviva Walack! Grandiosa coppia, rocambolesca e istrionica come poche, vero capitolo degli Spaghetti Western.
Dopo sequenze curate nei dettagli, il crescendo (ideologico) alla Tessari &. Da bandito a martire, Losoya resterà col pueblo nuevo: "Qualsiasi idolo per chi non crede nella libertà, nessun idolo per chi vi crede".
(depa)

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