Il tempo, la terra

Il freddo nelle ossa, ci respinge verso Franco Piavoli e la sua ricerca di particelle umane, che giunge al gioioso sgomento settimanale: "Domenica sera", del 1963, ha inaugurato una serata dedicata ai corti del poetico regista di Pozzolengo. Il trascorrere del tempo e dello spazio nei versi affini della Settima Arte.
"Il cineclub Brescia presenta", chissà che ne sarà stato...Branchi di bambini, visti dall'alto paiono scattanti e logici come stormi ormai maturi. Il gioco si fa danza amorosa. Estasi e malinconia. Corsa e seduta. Arriva la sera, domenicale, per tutti. "Emigranti", del 1963, è una breve intensa immersione nella desolazione delle fughe dalla fame. Sui treni, carri bestiame del lavoro. Se nel precedente gli spensierati lumbard parevano all'avanguardia (costumi, mode), qui, un anno dopo, sono balzati indietro di dieci anni. Ora e qui è il lunedì notte della miseria. Saltiamo avanti anche noi, al 2002, a "Paesaggi e figure", montato dal figlio Mario, desenzanese classe 1970. L'inspiegabilmente bello nascosto tra forme e linee che solcano e circondano creato e creature. Riflessi di una magia, fiabesca. Il tempo stavolta è sospeso, le generazioni nature morte. "Affettuosa presenza", del 2004, "Premio Umberto Bellintani", è un "audiovisivo" epistolare da San Benedetto Po, 1914. Peccato per i versi datati, destinati ad appassire (la carrozza che non sa dove andare, la ragazza che non si rivedrà mai più...). Parole che qui sono metà dell'opera, purtroppo. Un artista con "tre libri in tasca" si cruccia, l'amico a distanza lo consola. "Illuminato, dal capo mozzo". 1949. Speranze di primavere senza Einstein, per gli spiriti vuoti della Padania. 1953. Vallecchi stampa il libro? 1954. Angoscia quotidiana, tra genitori infermi e moglie malata. 1983. Basta sogni. Rinnamorandosi, però, del cielo. Felici di non morire mai.
Ti ama Pianura Cara, "madre dolcissima", anche il nostro Franco.
(depa)

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