Dollarentola

Parliamo delle ultimissime apparazioni nella significativa, storica, insostituibile sala Valéry. Folle abbraccio cinematografico, che poteva congiungere Pozzetto e Capra. Frank Capra venne a trovare Elena, mal ciapo', e me, già inscatolante, col suo "Signora per un giorno", l'originale, quello del 1933. Commedia affettuosa, ancora mollemente credulona nei rapporti di classe, dove le svettano le migliori interpretazioni.
Con Warren Williams (1894-1948) e, soprattutto, l'australiana May Robson (1858-1942). "Apples! Apples!!", sentila Apple Annie, sbraitante come una strega, ma dal cuore rosso come una mela. Una classe sociale "disonorevole" può fa rimpiangere la morte. Un imbarazzo Capitale rende preferibile un'umiliazione individuale. Tempi sempre bui, coi cappelli giù solo con le Ladies.
Forse meno armonico del remake. Recitazioni femminili scalpitanti, strepitose, spacca tutto Glenda Farrell (1904-1971, 6524 Hollywood Blvd), ma "non accadrà niente". Il fatalismo ottimista di Capra. "Per Apple Amie!". Vincono i caratteristi, "Il giudice", "L'ispettore", "Il maggiordomo"...
Singolare, non casuale, anzi, significativo, che Capra, quasi trent'anni dopo, decidesse di tornare a chiudere il cerchio, la sua filmografia, su una delle sue favole più leggere, ingenue, spuntate. "Per terminare ciò che è iniziato".
(depa)

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