Poi bisogna chiudere forzatamente con Ruben Östlund. Sempre di fino non si può e il regista svedese mette su celluloide senza falsi pudori e imbarazzi, lo scempio d'una società sempre più naufraga di spettacolo. "Triangle of sadness" fa così ridere che lascia una ruga impietosa. Nessun rispetto per chi non sa cosa sia.
(depa)