Irruzione

Sulla lunga e appassionante colonna cinematografica proposta da "Foglio", etichettata "Italy", con Elena ci ritroviamo al centro del 1970. Anno in cui Vittorio De Sica, indossati panni d'altri, sfogliò le pagine dell'amore al tempo del nazismo. Orso d'Oro a Berlino 1971, "Il giardino dei Finzi-Contini" è un ricordo ovattato, dolce dentro, d'acciaio fuori, nella Ferrara infestata dai fascisti.
Come in un romanzo del 1962, di Giorgio Bassani, il sipario si pare tra gli illusi o i dormienti. Ma vi sono bambini che capiscono (e ridono dei padri). Comunista, lombardo e peloso, Fulvio Testi! Mentre Micol è focosa quanto un alieno, sfuggente come abbiente. "Tutta l'Italia ha famiglia...". Che scherzi...Quando Dacau delle SS era già operativa, amare come un fratello (tropico del capricorno) pare già miracoloso, tra abbracci tremanti ed emozionanti (i nazisti a Mosca? Malnate in Russia c'è morto).
Che scuffia per Giorgio! Il meranese Lino Capolicchio, scomparso qualche mese fa (1943-2022), vi mette una magistrale titubanza. La calma borghese prima della sua stessa tempesta. Senza rischi, la tragedia sociale sgombererà il melò dal tennis club.
(depa)

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