Il cinema italiano proposto da "Foglio" arriva all'identificativo 1976, anno di "Pasqualino Settebellezze" di Lina Wertmüller. Epopea degli indifferenti, sul pianeta che non lo permetterebbe, la regista romana al culmine della curva artistica, con poetica ed idee precise quanto personali.
Bisogna sintonizzarsi alle pellicole della Wertmuller, alle atmosfere di cui è capace, poi la danza è assicurata. Il guappo Pasqualino ha visto l'Inferno, tra le sadiche e "gli industriali della morte". Pasqualino aggrappato agli occhi delle donne (framuso). Reato di pensiero, anche oggi è previsto. L'uomo Nuovo nelle parole di un (tentato) pluri-tirannicida spagnolo "Basta con questa paura!" (l'anarchico di Fernando Rey fa le veci del fool elisabettiano, consolazioni letterarie). Il percorso di Pasqualino, da uomo d'onore a non-uomo.
Tra le migliori della regista romana, pellicola di sguardi, a volte trasognanti, ma con una sola regia con un disegno chiaro in testa. Emerge la scrittura, col monito "Occhio a fregarsene!", che poi vivo finisce per essere due consonanti.
(depa)
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