Sana concorrenza

Stavo dimenticando di dirvi che, domenica scorsa, in sala Valéry è venuto a trovarmi un regista statunitense già incontrato in via Rolando, l'anno scorso. Joseph L. Mankiewicz s'è presentato col suo "Lettera a tre mogli" sottobraccio, accompagnato da tre grandiose coppie di attrici ed attori, grazie alle quali, nel 1949, realizzò una pellicola godibile ed intelligente sull'amore coniugale. Quindi sulla gelosia, sempre in agguato in una società che non permette, sine pecunia, la sicurezza di sé che apra, con sincerità, agli altri.

La pellicola inizia con un sintetico quanto efficace affresco della cittadina pigramente assuefatta a futili gesti e a centri commerciali ("orribili...che si riproducono come conigli"). Tema, quello dell'ossessione economica, che rimarrà sullo sfondo, e nelle parole, di quasi tutte le restanti sequenze. Grazie alle mogli, questo è chiaro. Non pensiate, però, che il film si appiattisca sul mero maschilismo (di cui le nostre società sono, comunque, imperdonabilmente impregnate); dove, anzi, Mankiewicz vince è proprio la molteplicità dei punti di vista. La campagnola insicura con l'affermato cittadino, la carrierista col professore sbrindellato, poi la coppia migliore, la più complessa, la fredda calcolatrice con l'uomo d'affari altrettale: finalmente i più affamati d'amore. Riportiamo le eccezionali formazioni in campo: Jeanne Crain, Linda Darner e Ann Sothern; Kirk Douglas, Paul Douglas, Jeffrey Linn.
Eva Ross e la sua irraggiungibile classe sono sulla bocca di tutti, delle disperate concorrenti soprattutto. I maschietti ne serbano solo il ricordo (nelle loro iridi, diversamente da noi in sala, tutto è rimasto). "Me ne sono andata con uno dei vostri mariti", questo l'allarmante là che avvia questa vicenda di rievocazioni dolorose, rimorsi irreparabili. Tutte "miglioreranno" per amore.
Vivace e graffiante, quindi, come nella migliore scuola della commedia hollywoodiana. A suo modo, un film non convenzionale sull'amore. Divertente ma incisivo.
(depa)

2 commenti:

  1. Una commediola frizzante che non cala mai di ritmo e interesse. Merito sicuramente, come scrive Depa, della bella squadra di attori e attrici messa in campo dal regista, ma anche di una storia "banale" di gelosie che viene vista e sviscerata nel modo piu' originale ed attraente possibile. Piaciuto.

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  2. Un saluto a Kirk Douglas, scomparso ieri a Beverly Hills, a 103 anni.

    Issur Danielovitch dagli occhi azzurri, ora durezza, ora gioia. Viso scolpito, busto compatto, incarnava ciò che voleva. Cinema d'un tempo.

    Salut

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