Il regista spagnolo, sin dall'inizio di questa pellicola, mostra la sua abilità nel sintetizzare un'idea in pochi fotogrammi, lui simbolista praticante. I piedini di una bambina che salta la corda (purezza e innocenza...), le bianche cosce della novizia (...pronte ad esplodere), croce, chiodi e corona di spine (questa è facile), ma gli esempi sono molti, disseminati lungo il film e l'opera del regista) interamente basato sul conflitto interno, sull'ambiguità che fa traballare tutti, sul dualismo cui l'uomo, infine, s'abbandona. Conflitto che non può che esondare dall'individuo e riversarsi sull'altro. Di qui la tragica e infame guerra tra poveri. Luis Buñuel, apparentemente, racconta una drammatica storia di stupro, suicidio e perdita di fede, ma lo fa mediante una successione elegante ed efficace di sequenze allegoriche, raggiungendo picchi di intenso pathos (lo zio col corpetto della defunta moglie, il suo bacio a Viridiana drogata...).
Ho trovato il film pervaso di amaro cinismo (il secondo cane legato al carro o la costante rappresentazione delle quotidiane scaramucce dei poveracci e la loro incapacità, ad autogestirsi non ne parliamo nemmeno, ma anche solo al benché minimo valore).
Altri due esempi di simbolismo concentrato: il crocifisso col pugnale incorporato (direi un manifesto buñueliano) e la bambina che gioca col diablo...
Diciamo che, dopo le tante staffilate assestate alla borghesia e al clero, questo potente e angosciante colpo è stato inferto anche a quel popolo che, forse, in 20 anni di esilio messicano, Buñuel ha imparato a conoscere in tutte le sue sfumature, amorevoli e odiose. Terrificante raffigurazione di questi corpi in fila verso il macello.
Il quadro è disarmante, lo spettatore affranto e un po' snob osserva il massacro. Disillusione e fiducia per nessuno.
Non so se, in partenza, siamo tutti suore, ma di certo le tentazioni lungo il percorso sono molte e la superbia di Viridiana ("faccio da sola"), comune a tutti, non aiuta.
Dopotutto, si finisce sempre a giocare a carte...Che sbocco.
(depa)
ps: tra l'altro la bella e brava Viridiana, Silvia Pinal, è Paoletta!
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