Evviva la Settima arte! Grandissima
proiezione, ieri sera, in sala Ninna. “Il
diavolo probabilmente...” di Robert Bresson, vincitore dell’Orso d’argento al
festival di Berlino del 1977,
mi ha rapito, coinvolto ed emozionato ad un livello
quasi inquietante.
Messico e nuvole del "sistema"
Ieri notte l’ora era tarda e un’altra
“impegnativa” e piacevole serata alle spalle, ma uno strano sentimento
d’inquietudine mi turbava l’animo. Avevo un estremo bisogno di Cinema (o di Musica),
ma non di un qualcosa a caso, bensì di un’opera che mi trasmettesse un nuovo senso
di libertà e benessere, che mi facesse dolcemente e facilmente sognare e
sperare. Non troppo impegnativa, ma viva e positiva. Questo è “Puerto Escondido”, pellicola di
Gabriele Salvatores del 1992.
Un ben non venuto, Walt
Lunedì sera, in sala Uander, ha fatto il suo ingresso visionario nel Cinerofum un regista che al cinema ha dato tutto il proprio immenso carico fantastico. L'autore statunitense Walt Disney, classe 1901, cinquant'anni dopo la sua nascita, diede forma cinematografica, d'animazione, all'omonima opera surrealista di Lewis Carrol, "Alice nel paese delle meraviglie" (+ "Attraverso lo specchio", dello stesso), assegnando il compito di orchestrare i molti stravaganti personaggi al trio di registi statunitense Geronimi-Jackson-Luske.
“Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino, o comincerai a mordere?”
Dopo aver recensito un Woody e un Hitch sottotono, una commediola americana da zero in pagella e
l’ultimo deludente kolossal hollywoodiano,
avevo un’estrema voglia di scrivere su qualcosa di esteticamente bello e
sicuramente emozionante. Così, ieri sera, ho deciso che era giunto il momento
di rivedere e buttare giù qualche riga (ehm…) su “Le Iene” (1992), prima opera di Quentin Tarantino e unico film cult della sala Ninna non ancora
recensito sul ‘rofum.
Caccia al voto per la libertà
Era uno dei film più attesi
all’ultima rassegna dei premi Oscar e, alla fine, “Lincoln” (2012) di Steven Spielberg si è portato a casa due
statuette: miglior attore protagonista a Daniel Day-Lewis e migliore
scenografia.
Due premi decisamente meritati,
ma nel suo insieme la pellicola non mi ha entusiasmato.
Suicidio cinematografico accidentale
Ah beh… Se il direttore ha
pubblicato la recensione di “Zombieland”, io mi sento in diritto di pubblicare
questa…
Qualche settimana fa…
Sempre in attesa dell’arrivo del
caldo ormai imminente, altro venerdì sera dedicato al cinema e stesso schema
della scorsa settimana: filmone in prima ("Rashômon” di Kurosawa) e
filmettino relax per concludere la serata. “The Darwin Awards
- Suicidi accidentali per menti poco evolute” è una commedia del
2006 diretta da tal Finn Taylor.
Zombieland sì, alla lunga.
Ieri sera sala Uander sbarazzina. Orsù! Anche noi abbiamo necessità di vedere qualche bella schifezza ogni tanto. Sapete? Una di quelle pellicole marce, spesso made in USA, a volte con zombie che vagano, con due attori famosi, un cameo di un terzo ancora più famoso e una giovanotta con due opinioni niente male...? Ecco sì! Un po' come "Benvenuti a Zombieland", film del 2009 del regista di Washington, classe 1978, Ruben Fleischer. Mi c'imbattei già qualche anno fa (qui Ueza ci cova...), ma vederlo nella nostra amata sala con (in ordine di apparizione) Zippa, Elena e Albert Monzy, beh, è tutta un'altra solfa.
Feroce Buñuel zero speranza
Sabato mattina, sveglia alle 6.45, treno per Genova e alle 10 sono seduto davanti a un Buñuel. Ok, ricovero. Eh, ma è colpa di Bubu che mi ha fatto venire voglia del mitico regista spagnolo! Poco male. "Viridiana", Palma d'Oro 1961, è un graffiante attacco contro le convenzioni della specie umana tutta. Messe al muro religione e strutture sociali, come al solito, ma anche il popolino, qui immortalato in tutta la sua drammatica incapacità.
Teatro, vita...Woody.
Noi del Cinerofum, in linea di massima, siamo atei. Però, se proprio dovessimo mettere una X, ne metteremmo più di una. Siamo politeisti, tanti dèi quante le colonne portanti del nostro Partenone cinematografico. Tra i vari, non possiamo che adorare Woody Allen. "Pallottole su Broadway" fu il segnale, l'ennesimo, che il regista newyorkese ci inviò nel 1994.
Il "documentario non riuscito" di Hitchcock
Ieri sera, in sala Ninna, è
tornato a trovarci Alfred Hitchcock con “The
wrong man”, pellicola del 1956. La prima cosa che, secondo me, è giusto
segnalare è l’”infame” traduzione del titolo in italiano (“Il ladro”). Mi
chiedo chi e perchè si sia arrogato il diritto di ribaltare l’input
dato da Hitchcock con il (suo) titolo originale?!
Detto questo, la pellicola non è
tra le migliori del “maestro del brivido”…
L'ultimo positivo di D. O. Russell
Da due settimane me ne parla bene papà; lo scorso week end ha fatto lo stesso anche Matte...e allora andiamo a vederlo 'sto "Il lato positivo" ("Silver linings playbook"), film del 2012, uscito da poco qui da noi. Inoltre, del newyorkese David O. Russell...
L'ultima donna di Ophüls
Ieri sera, al "Circolino" che ormai conoscete, è stato completato il ciclo di 5 appuntamenti dedicati al regista Max Ophüls. L'ultima serata è coincisa con l'ultima opera dell'autore tedesco: "Lola Montès" è un meraviglioso e drammatico spettacolo dedicato ad una figura femminile come tante, un po' colpevole, un po' vittima, ma sempre a testa alta. Sorrisi e lacrime bene in vista.
Botta d'adrenalina nel cuore del cinema
Domenica sera, sala Uander "Pulp, molto pulp". Nel 1994, Quentin Tarantino, due anni dopo il sorprendente "Le iene", consacrò se stesso tra le grandi firme del cinema. "Pulp fiction" è una spolverata anni '90 sui generi thriller e gangster, rendendoli, appunto, pulp. Questo manifesto per un cinema che, in pratica, rimarrà esclusivo appannaggio dell'autore, è intrattenimento puro: suspense, ironia e sangue, mescolati sapientemente con pezzetti di cervello. La splendida selezione musicale e la sensibilità del regista nel creare situazioni (e riprenderle sontuosamente) completano quest'accattivante quadro.
Il cinema nevrotico di P.T. Anderson
Ciao a tutti, 'Rofumiani. Giovedì scorso, ho avuto l'occasione di vedere un'altra opera del regista statunitense Paul Thomas Anderson, la quarta: "Ubriaco d'amore" è una commedia girata nel 2002, col ritmo della nevrosi del protagonista, sostenuto dalla musica incalzante e dalla fotografia opprimente, poiché minimale o sovraffollata pop.
La peste sbarca a Brema
In sala "Brigida", sabato pomeriggio, è ritornato il regista tedesco che emozionò fortemente la sala Uander con quell' "Aurora" carico di sentimento e creatività. Cinque anni prima, nel 1922, Friedrich Wilhelm Murnau attraversò i meandri dell'orrorifico, lasciando una traccia indelebile nell'immaginario di ciascuno: "Nosferatu" è "Il Vampiro" che atterrì per primo il pubblico delle sale cinematografiche, dando corpo al celebre conte Dracula dello scrittore irlandese Stoker (scomparso 10 anni prima).
Un Woody Allen scocciato e distratto
Ieri sera, in sala Ninna, con “La dea dell’amore” (1995) di Woody
Allen, reprise dell’ultima serata di tour de force cinerofumiano tenutosi,
sempre in sala Ninna, tra Pasquetta e mercoledì (un “bella” a Depa, gestore per
l’evento della sala, e a quelli che sono passati e si sono fatti un po’ di sano
cinema). Tornati dalla partita, le mie palpebre non ressero per più di cinque
minuti e, alla fine, non mi ero perso nulla di eccezionale...
Kurosawa e le verità egoiste
Questa sera, in sala Uander, finalmente, ha potuto effettuare il suo glorioso ingresso nel Cinerofum, uno dei maggiori esponenti dell'arte cinematografica (il 'Rofum chiede scusa per questo inspiegabile ritardo). Il quarantenne giapponese Akira Kurosawa, nel 1950, realizzò la pellicola che lo presentò al mondo occidentale ("Leone d'oro" 1951), solida parabola orientale sull'egoismo dell'uomo: "Rashômon".
Dannato orgoglio
La settimana scorsa, anche Elena mi ha seguito. Sì, venerdì sera milanese e allora via, vediamo che c'è allo Spazio Oberdan. Orson Welles, 1942. Il suo secondo. Andiamo. Ed eccoli lì quei due, davanti ai titoli di testa di "L'orgoglio degli Amberson" e alla voce del regista che li introduce a quest'affascinante torbida storia di orgoglio e di morte...
Il bosco buio di Anderson
Ieri sera (sempre Spazio Oberdan, obviously) me ne sono uscito dalla sala Uander, nel freddo milanese che, lo ripeto, mi ha già rotto a livelli ionosferici, e sono andato a presentarmi al regista statunitense, classe 1970, Paul Thomas Anderson, il regista di Magnolia, tanto per capirci. Il suo biglietto da visita reca scritto "Sydney" e l'anno 1996.
Masse di edìli che guardano le natiche
In sala Ninna, la pasquetta col cinema di fretta, dopo un film un altro. Lina Wertmüller, nel 1972, girò "Mimì metallurgico ferito nell'orgoglio", passerella popolare della premiata coppia Giannini-Melato, con ottima creazione di atmosfere genuine e rabbiose, stupide e proletarie.
M come crimine
In sala Ninna, questa pasquetta è stata perfetta. Non per il tempo, non per i santi, ma per il cinema. Bubu, Elena ed io siamo stracarichi (oddio la Elena piuttosto vagherebbe all'expò, da sola, sotto la pioggia) per un filmone che abbia lasciato il segno nella storia della nostra. Fritz Lang sigillo di garanzia. Nel 1931, il regista austriaco si trovo alla svolta, quella del sonoro, e la imboccò alla maniera di "M - Il mostro di Düsseldorf", gran film mix d'espressionismo e realismo, sull'omicidio e sulla follia, che prende carnefici e vittime.
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