Modo godardiano di Fassbinder

Nel 1979, Rainer Werner Fassbinder, ritornò alle sue vecchie origini, al sapor di nouvelle vague, frutto della tappa Antitheatre con cui si formò assieme al suo entourage di attori ben affiatati. "La terza generazione" traccia una linea retta Parigi-Berlino Ovest, poi di dritto non ci sarà più nulla.
Difficile anche questo film di Fassbinder, faticoso stare dietro alle immagini e davanti ai dietrologismi classici di questo tipo di cinema privo di cardini saldi. Meglio, allora, lasciarsi andare al tourbillon di colori e situazioni, intrattenendoci col walzer dei personaggi che poi è il ballo che ci viene offerto quotidianamente dal gioco delle parti ben accettato con qualcosa di meno forte della rassegnazione.
Vedere "La terza generazione" è come ritrovarsi nel bar della cumpa, con gli attori fassbinbderiani ben disposti a offrirvi gag e qualche messaggio nella bottiglia. Però, se non sopportate maitre Jean-Luc, evitate pure. (depa)

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