Ieri sera, io ed Elena, siamo andati al cinema per vedere il film del 2010 di Woody Allen, "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni". Elena un po' titubante per via dei giudizi severi reperiti in rete (...), io un po' più grato (quindi anche meno timoroso) a questo regista per il suo modo unico di fare cinema. Poi il film è iniziato e la Ele si è rassicurata, io ho fatto un sorriso beffardo, diretto a tutti quei grandissimi cinefili che se non colgono (figurarsi capire) una battuta dicono di annoiarsi, se non c'è un intreccio da "Soliti Sospetti" dicono di aver previsto tutto...grandissimi.
Dopo quest'introduzione, preferisco ammettere che non tutte le ultime prove del gran regista di Brooklyn mi fecero impazzire ("Criminali da strapazzo" pollice giù, "Vicky Cristina Barcelona" su). Ma per questi miei personali storcimenti di naso non mi permetterei mai di non recarmi al cinema per il regista dagli occhiali spessi che adoro, mi fucilerei piuttosto che fermare qualcuno all'ingresso di una sala.
E infatti: il film è piacevole, scorre veloce eccome! Woody con la m.d.p. riesce, come al solito, a riprendere la poesia degli ambienti urbani (Londra più bella che mai) e il fascino di dialoghi portati avanti da letterati, da riccastri, da pornostar o da taxisti. I contrasti dei colori vivaci di palazzi e parchi fanno da sfondo perfetto per quelli esistenziali che attanagliano i simpatici personaggi di questa commedia. Dirò di più: quell'ultra settantenne un po' pallidino e raggrinzito è riuscito a mettere in riga tutti, compresi gli attori più inesperti; tanto per capirci, recitano bene anche Banderas, la modella indiana di "The Millionaire" e la tizia che impersonifica "il donnone da sbarco"...bravi tutti. Il film è più profondo di quanto possa sembrare, alcune scene (lo scrittore che si ritrova "dalla parte opposta"; sua moglie che perde in un colpo tutto l'affetto per la madre "solo" perché è lei ad andarci di mezzo...) nascondono molteplici sfumature, tematiche profonde, messe in scena senza mai stroppiare.
Quindi, alla fin fine, in quel sett settantaseienne che ormai, prassi comune a molti grandi della Settima, ama circondarsi da belle muse, continuo a trovarvi quello stesso occhialuto che ci ha insegnato a ridere in un certo, inequivocabile, modo. Grande Woody, senza tempo.
(depa)
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