Extra: Acqua, paura, Clouzot!

Nel 1955, il regista francese dell'oscuro, Henri-Georges Clouzot, girò uno spledido thriller, in cui la suspence inizia con la prima inquadratura, liquida, e termina con l'ultima, inquietante: "I diabolici". Non conoscevamo questo autore ed è stato un vero piacere accoglierlo in sala Uander, visto che ci ha intrattenuto con quasi due ore di inquadrature, sequenze e colpi di scena d'autore.
Da subito si capisce che Clouzot ci tiene; è evidente la ricerca dell'inquadratura che mostri diagonali perfette e giochi di luce contrastanti che accrescano la tensione, supporto indispensabile alle vicende snocciolate dalla sceneggiatura (tratta da un romanzo omonimo). Ed è, quindi, un vero piacere gustarsi fotografie su cui perdersi nella ricerca dei dettagli. Poi, però, gli occhi si devono distrarre, perché la mente vuole la sua: meraviglioso seguire l'andamento del rapporto tra le due protagnoiste, eccezionali (e scandalose per l'epoca! Soprattutto la bionda, Simone Signoret) nel costruire questo contrasto tra la forza di una e la fragilità dell'altra, tra il contingente (una deve, forzatamente, accettare la triste situazione) e il desiderio (frasi dette a metà, ma che nascondono la violenza di un'esplosione vulcanica che cova).
Attii di vero e proprio smarrimento per lo spettatore: la scena della piscina svuotata è efficace, in quanto...davvero, nel pubblico avviene uno "format c:", un reset di tutto ciò che fu supposto. Oltre alla costruzione di una storia che spiazza e avvince, questo film regala sequenze "chicche" come quella sul finale, in cui la "vittima" (le virgolette le capirete solo alla fine...) si lancia in una fuga disperata lungo il corridoio. In ultima, l'assenza di musiche è la mossa azzeccata che crea silenzi assordanti, quasi (ma solo quasi) come quelle due volte, a inizio e fine film, in cui la colonna sonora c'è, ed è raggelante.
Finale tutto da scoprire (e il "finale del finale"!...buahahah, risata diabolica), perché i thriller/noir di oggi ("Inception", "I soliti sospetti", "Le verità nascoste"...) sono passati anche da Clouzot.
(depa)

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