Ieri sera, nell'attesa che si concludesse una cena etnica per poi andare a dar sfogo alle depravazioni più disp(a/e)rate Robot permettendo, ho degustato un altro capolavoro del Germi. "Sedotta e abbandonata". È la storia di una sedicenne, interpretata da una superlativa Stefania Sandrelli, che subisce un abuso sessuale da parte del promesso sposo della sorella maggiore. La storia è ambientata in Sicilia, nei primi anni del boom economico. Il padre della ragazza dopo una serie di accadimenti, che ometto di raccontare per non levarvi il gusto della scoperta, scopre sia il danno sia il colpevole. Da qui in poi il suo unico scopo di vita è, da "buon" siciliano, quello di non far trapelare nulla dell'accaduto, convincere il paese dell'illibatezza della figlia e soprattutto conservare l'onore della famiglia.
I personaggi del film sono molto caratteristici e, oserei dire anche un po’ grotteschi: gente sdentata, con capigliature acrobatiche, nasi spropositati. Imperfezioni insomma sulle quali il regista spesso indugia con strette inquadrature. Ovviamente l'unica a non avere alcun difetto fisico è la protagonista femminile (Stefania S.), vestita per tutto il film di nero evidenziando così il contrasto con la sua bianchissima pelle. A mio parere la Sandrelli ci regala un'ottima interpretazione. Pur essendo la protagonista paradossalmente estranea alla storia, sottomessa come la stragrande maggioranza delle donne dell'epoca (da notare il fatto che pronuncia pochissime battute). Il regista ci vuole dire qualcosa di più sulla Sicilia; in due occasioni il maresciallo dei carabinieri copre con la mano la sagoma dell'isola dalla cartina geografica appesa alla parete, alla fine di questo gesto scuote la testa...Anche qui c'è un personaggio chiamato Visigato, è un carabiniere veneto. Tramite Visigato il regista esprime alcune differenze di pensiero tra nord e sud. Una scena topica è quando il maresciallo chiede ad Agnese se tra lei e Peppino ci sia stato qualcosa, lei risponde NO. Si sente il giovane Visigato che batte il NO a macchina e il maresciallo lo interrompe bruscamente: “Visigato che scrivi. Lei dice no e tu scrivi no? Che credi di stare a Treviso? Qui siamo in Sicilia. Ha detto no e forse voleva dire si!”
Amici del Cinerofum, non conoscevo questo regista, fatta eccezione per il suo "Divorzio all’italiana", ma mi sto seriamente appassionando al suo stile. La stessa cosa mi successe quando scoprii il genio di Mario Monicelli facendomi divorare la maggior parte dei sui 70 film circa. Pietro Germi, per chi si reputa un appassionato di cinema, è immancabile.
stefania sandrelli superlativa!concordo decisamente...una bellezza timita e delicata dalla carnagione pallida e i capelli nero corvino, una donna splendida, ma per niente consapevole del suo fascino e di sè.
RispondiEliminauna Malena meno prorompente della Bellucci, ma altrettanto desiderata, umiliata, derisa dalla folla siciliana che in un cerchio infernale si riunisce intorno a lei spalancando bocche mostruose,sgranando occhi maligni e emettendo perfide risa e lei sottomessa ad un sistema bigotto e fasullo fatto di apparenza e di onore; succube di un padre autoritario che la priva totalmente del suo ruolo di protagonista sottraendole ogni potere decisionale e manovrando a suo piacimneto la sua vita e quelle delle altre donne della sua famiglia. nel giro di 2 gg sn riuscita a vedere la sandrelli incinta per ben 2 volte di 2 uomini diversi...i film possono anche l'impossibile!!complimenti stefania...lo stsso regista nel '72 le farà interpretare un altra tipologia di donna possessiva e nevrotica in "alfredo, alfredo" (x correttezza devo riconoscere la paternità della scoperta a ossy)la sua isteria sarà addirittura la causa di un'inspiegabile gravidanza. una commedia godibilissima da guardare in assoluto relax, un'occasione in più x avvicinarsi alle donne...un pò sedotte un pò seduttrici!
ciao cinerofum
Doris
Auguri Cinerofum.
RispondiEliminaPrima della fine dell'anno sono riuscito a colmare lo spazio di un tassello mancante all'interno del blog. Ed è stato un bene: proprio bello questo film. Un Germi che gira veloce ed una fotografia d'autore fanno sì che il telespettatore si faccia un'idea chiara, seppur 'commediata', dell'aria che si respirò in Sicilia ai tempi e che rimane nel 'chiusino' dell'isola ancora oggi (per un'inerzia cara alla specie umana). Una tenace Sandrelli non molla mai: muro rosa. Una regia che ci dice, una volta di più, quanto il cinema nei cinema dimentichi il proprio passato invece di far tesoro. Cinema senza memoria; d'altronde quest'arte, non diversamente dalle altre, è specchio della società...
Che il 2010 sia pinguo di cinema cosciente.
Ci si becca nel nuovo anno!
Ciaps
Un ultimo appunto: trama intricatissima; a mio parere, a tratti incomprendibile per chi non mastica sicilianismi come gallette da colazione. Cmq il tutto ha senso, dal momento che c'è di mezzo la specia umana con tutta la sua ipocrisia.
RispondiEliminaincomprensibile*, specie* e pingue*
RispondiEliminaQesto film inaugura per me il cinerofum a distanza. Quasi due ore di un bianconero superlativo dal punto di vista delle inquadrature. Che Stefania amici! Un'interpretazione incredibile, tenuto conto che le battute da lei proferite si contano sulle dita di una mano. Sensuale e bellissima, nella sua serietà e sconsolatezza. E' il primo film che vedo di Germi e ne sono rimasto affascinato. Tavole succulente, zibibbo e caffè condiscono il film in cui si parla di onore, quell'onore che contraddistingue la Sicilia e che costringe la sua gente a vivere tenendo presente che quello che più conta è cercre di garantirsi (e mantenere) il rispetto degli altri, costi quel che costi.
RispondiEliminaAlvy76
Complimenti ad Alvaro per l'inaugurazione della prima succursale del Cinerofum.
RispondiEliminaGrande Alvarùs! La Cinerofum mania dilaga e, sono sicuro che, dopo i tre mesi targati 2009 necessari per carburare, il 2010 sarà un anno pieno di emozioni cinematografiche. "E ne ho in serbo altre fortissime!..." di cui una obbligatoria: "Il ferroviere" di Germi.
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