Extra: chi Malle comincia...

Ciao amici del Cinerofum,
sabato notte, all’una, i caruggi di Genova mi hanno suggerito di andare a casa. Capita spesso ed io, testardo, rifiuto quasi sempre. Ma ‘sta volta nella borsa 4 DVD di un regista francese mi hanno accarezzato il mento… impossibile resistere.
Primo film: "Ascensore per il patibolo", Louis Malle, 1957.
Qui la regia dovrebbe essere attribuita alla coppia Malle/Davis. Il film potrebbe anche sembrare un tributo al trombettista americano. Ma i condizionali sono d’obbligo in quanto il film venne musicato dopo il montaggio del film.
Il bianco e nero dell’esordiente Malle si fonde perfettamente con le note del grande jazzista (e degli altri della band). L’intrigo è abbastanza semplice, ma la suspense nello spettatore è iniettata in dose appropriata. Jeanne Moreau è sullo sfondo, danza sulle note in bianco e nero; col suo vagare scandisce il passare del tempo; è l’orologio delle stazioni, è l’attesa, è l’intensità del desiderio che cresce con proporzione inversa agli attimi rimasti.
Secondo: "Gli amanti", Louis Malle, 1958.
Fino a mezz’ora dalla fine, Malle si accontenta di rappresentare in maniera un po’ annoiata (fondendo rappresentante e rappresentato, soggetto ed oggetto) una Jeanne Moreau che non trova più ciò che le muoveva il cuore, che non riesce più a sorridere col sostegno dell’anima. Quando sembra che il chiodo a cui appendersi (il giocatore di Polo, Raoul Flores), sia ben saldo alla sua parete, il muro viene giù e lo schianto del suo cuore è grande, le sue borghesi certezze amorose sono macerie polverose...da cui scappa a bordo di un’auto scalcinata! sottotitolo: “Chiodo scaccia chiodo”.
In quella notte di fuga Malle è riuscito a ricreare (in me) una tensione degna di un thriller.
Da una piacevole chiacchierata con Marigrade, mi sono addentrato sul sentiero de Il Caso e il suo ruolo nei primi due film del regista francese. Le due trame non sono nodi complessi, ma come nella vita reale, possono essere sciolti improvvisamente dal sopraggiungere di un elemento esterno casuale. Nel primo film: lo spegnimento dell’energia elettrica bloccherà l’ascensore (ed il protagonista vi si trova all’interno perché, si è ricordato della corda appesa!), darà il “Via!”, lo sviluppo delle foto della piccola macchina fotografica sarà il traguardo/soluzione degli avvenimenti. Nel secondo, il guasto all’auto, il conseguente passaggio offerto dallo sgummuriato intellettuale  e l’inaspettata frase d’amore che scioglie il ghiaccio apparentemente perenne della protagonista.
Niente di programmabile quindi; attendiamo ciò che ci viene incontro…la vità è così. In barba a statistiche e pianificazioni.
(depa)

1 commento:

  1. Che film...
    Inizio in sordina, poi è tutto un crescendo.
    Due amanti, pazzi l'uno dell'altra, che per tutto il film non si incontrano mai. Geniale.
    La colonna sonora poi... da imparare a memoria.
    Veramente molto bello. Anche leggere l'editoriale del Depa (che non svela mai niente di troppo) prima di guardare il film contribuisce ad un maggior successo. Da divorare il prima possibile.
    P.S.
    Jeanne Moreau... una ciccia da paura.

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