Ironia nella Sorte

Partiamo dall’ultimo visto nelle sale, che è anche l’ultimo, nonché il 10°, di Yorgos Lanthimos. Regista per il quale abbiamo preso una cotta mica male. Gone to Hollywood e stabilitovi, abbandonato il bisturi ghiacciato, torna al lato svagato pure-troppo della rappresentazione. "Bugonia": come dire, “anche due orologi rotti uguale possono indicare l’ora corretta”. Così sconsolato da abbandonare ogni analisi e, anzi, ribaltandole in preoccupanti, quanto noiose, fantascienze dell’assurdo? Il dente di cane di molossi chiamati Godard & Bunuel giace per terra.
Dal titolo che attendevamo per altre misteriose metamorfosi, tratto da quella che definiscono una “Sci-fi” ecologista sudcoreana, eccoci dinanzi al film che il regista greco ha presentato all’ultimo (82°) “Festival di Venezia”. Fiore, ape, col loro sistema organizzativo. Il concetto di complottismo (non il) è uno dei lasciti dell’epoca social, anche il cinema ne approfitta. Teddy & Don, altri due simpatici fulminati (non veneti). “BUGONIA”. Mmh. Gli “Anche se…”, “Beh, solo nel caso in cui…” aziendali…ma i nostri fanno sul serio. “Non è tortura, lo è quella che fanno a noi”, detto da due idioti, ci consegna un Lanthimos tristemente recuperato dal sistema. Ho capito, lui ci gioca. Stia nella sua amazing game room  made in USA (ma coprodotta con sudcoreani). Tecnoschiavismo…eppure si vede ogni giorno. Disastri agroalimentari? Nei tumori, nelle alluvioni, nella desertificazione, nella mercificazione delle relazioni. Eppure…c’è un podcast per ogni stronzo (così come un film). Abusi farmacologici? Si scherza su utopie “Safe & Correct”. “Né soldi, né guerre, né congressi”. C’è il tenente Colombo con la torta paradiso. Uno sceriffo, un fisico sadico come prescrivono i tempi. La farsa continua. Fantascienza, giallo, avventura. Scontato, avevano ragione i babbucchioni (ma a dire che?). Alla fine della sagra dell’idiozia (teste che rimbalzano su teste), la cosa migliore sono i fotogrammi lachapelliani finali, con ‘ste benedette creature da fast food, moschee, autolavaggi, aule e sale operatorie finalmente MORTE.
In effetti, un lavoro diretto dal sud est asiatico più avvezzo a questo genere sarebbe forse stato più complesso, senza facili e inutili ironie, coi livelli e sfaccettature che non si appiattiscono sui due personaggi principali. Provocatorio Lanthimos, quello sì.
(depa

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