Tra i "6 capolavori del Cinema di Éric Rohmer" sta anche "L'amico della mia amica", del 1987. Ultimo episodio dei suoi "Comédies et Proverbes", ne rappresenta il distillato: sciroppo leggero e zuccherino, può irritare gli alcolisti delle emozioni forti. Ma il tempo passa, la buona e semplice acqua torna alla ribalta. "Chi disprezza ama" è una molla dalle spire eterne.
Venga Service
Un anno fa incontrai Roger Donaldson. L'esperienza non fu negativa, quindi vedendo l'australiano passare in TV, l'ho trattenuto. Il thriller "Solo per vendetta" (t.o. "Seeking justice"), del 2011, mostra un intrattenitore sgamato, ma stanco, nella sua traiettoria finale. Un'altra "giustizia da sé", esternalizzata come richiedono i tempi.
Vatteneresta!
Grazie all'iniziativa "Genova reloaded" (?), la possibilità di rivedere Éric Rohmer, di continuare la sua, e su di lui, chiacchierata. "La moglie dell'aviatore", del 1981, è il primo capitolo del ciclo "Commedie e proverbi" (partendo da Alfred de Musset). I tira e molla, con la donna che infine porta sullo schermo, con ironia, tutta la sua noia.
Ai muti
In alcuni pomeriggi, poi, la TV propone autori che devi guardare. Come Sidney Lumet, si pensava...Anche parlandone con l'estimatore Mino, l'alta-lenanza artistica del philadelphiese (!), che avrebbe compiuto 100 anni quest'anno, può sconcertare. "Prova a incastrarmi" (t.i. "Find me guilty"), penultimo suo lavoro, del 2006, lo si può salvare per alcuni sprazzi della sua eleganza e, perché no? (mannaggiammè!), per un Vin Diesel (buuuu!Ffiiiuù!)...che dire? Concentrato.
Soffiare la mamma
A 19 secondi dall'"Ariston", "Divano di famiglia" (t.o. "Mother, Couch") diretto nel 2023 da Niclas Larsson, esordiente classe 1990 di Malmö. Come dimostra il suo permanere nelle sale di fine estate, lo svedese dispone di stoffa e staff per una pellicola surrealista, profonda, visionaria, che può colpire il pubblico. L'abbraccio tra madre e figlio può richiedere la rincorsa di un distacco definitivo.
Odio e passione
Spostamenti. L'ultima visione in sala Negri è stata "Ju Dou" di Zhāng Yìmóu, del 1990. Intravedere in VHS, dalla collana "Il Grande Cinema" del "Corriere della sera" (1996), il terzo lungometraggio del regista cinese, permette di calarsi meglio nella sua poetica. Scenografia vestita su misura, così che drappi sgargianti rivelino poco a poco le maleodoranti conciature sociali. Pelle in vendita, morta. Passioni vive, represse.
Sogno di classe
Inevitabile, nel sempre più torrido estivo, ritrovarsi "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto" ad imprecare e menar botte contro la classe distruggente. Ma è una fugace scottatura, un niente, travolgente sì, ma di fatto solo un'insolazione di erotica insolenza proletaria. Dopo quasi due anni, al Cinerofum, torna Lina Wertmüller (1928-2021) colla sua insuperabile coppia di matt-attori. 1974. Imperdibile.
Arte e pagnotte
Nel dittico dedicato a Damiamo Damiani, che prontamente riporremo in "Santa Brigida", v'era anche "Assassini dei giorni di festa" (t.o. "Ángeles de negro"). Del 2002, ultimo lavoro dell'allora ottantenne regista romano, è una spigliata produzione italo-spagnola; commedia nera caciarona "riconosciuta come d'interesse culturale". Nonostante la determinazione dei suoi collaboratori, l'onorificenza pare spiegarsi come un ringraziamento alla carriera di un autore ormai sfocato, ma che era gajardo!
Iscriviti a:
Post (Atom)