Una settimana fa lessi "Umberto Lenzi". Poi "Una pistola per cento bare". Ormai, sento odor di spaghettucci, zac!, gambe sul divano. Il poliedrico regista grossetano (1931-2017), specialista in thriller e polizieschi spietati, nel 1968 si cimentò in un western italospagnolo che racconta di una rabbia non rilegabile.
Senza "uccidere e bere, ma che uomo sei?". Via, in galera. Guerra finita, indulto. Robert Lee Lawrence, il tedesco Karl Hirenbach, sfortunato fotoromanzo di Lancio (Pierre Clement), (1944-1974). E' lui all'eretica riscossa. Il fido Alabiso al montaggio. L'attore (!) Alejandro Ulloa alla fotografia. Tutto "Technicolor Techniscope".
"Le zappe non vanno più: venduta una al becchino...". Impossibile resistere. In frantumi la regola. C'ha ripensato...(6 colpi in 4 sec). Non fate domande: il nostro, nel frattempo, ha preso lezioni. Tre su quattro già liquidati: ne resta uno solo. Grana grossa, Mr. Muscolo, col suggestivo viaggio tra i folli imprigionati. Non così stupidi poi...Anche nel Lontano West si sparava ai pazzi. Brutta gente a Galveston, lo sapevamo. Sospetti tutti.
Western di vendetta migliore di altri pomposi e autocelebrativi. Certo, farraginoso sino al finale da Tutti vs Tutti, con duello al cimitero annesso. Ma, dai, "Buona fortuna Jim".
(depa)
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