L'intuizione nei fagioli

Travolti dalla South Korea. I figli di Kim, in questo caso sorelle, scorrazzano monellamente tra le sale italiane. La new wave sudcoreana, però, qui tracolla in un teen movie fuori tempo massimo (ritardato?), privo d'ardore, privo di tutto. In più, trattando "Little forest" il tema logorato in questo secondo decennio del nuovo secolo, quello della gastronomia, il film della Yim Soon-rye, del 2018 riesce anche a rendere bollenti le poltrone dei tre poveri "Marigrade Elena ed io". Vuoi per la noia, vuoi per la fame. Roba da niente appunti, ma le reazioni escono...
Registi che hanno una trentina d'anni di carriera, quindicina di film e ruoli vari, ma che ancora sanno produrre questa roba (altri la propongono). Dai primi 9 fotogrammi si capisce che si tratta di un film davvero profondo, esistenzialista (la mia mente corre ad Antonioli, il portiere). Una vaccata. Le difficoltà della vita (una zuppa, la neve) superate con estatica determinazione (quelle d'un caco). Un wild dell'Estremo Oriente che colpisce per ingenuità. Una ragazzina alienata, compreso che qualcosina non andasse, è fuggita sulla collina di Cesino (Valpolcevera). Troverà cane, gallina e ricette della mamma, anch'essa fuggita sulla collina più in su. Una boiata. Tratto da un manga di successo, fa felici molti adolescenti (che poi cresceranno, peggio per tutti).  Ferite d'amore e bocciature. Oh nooo! Pure sfilacciato: la scomparsa di una mamma mai apparsa. L'intuizione del sale nei fagioli! Sublime! Ormai, nella Sala 1 del "Sivori", è uno scambio di battute senza soluzione, pare un cabaret (di tutto per intrattenere il tempo). "Bisogna aspettare. Aspettare". Amen. Marigrade scorge della Nouvelle Vogue (Romero) in cui, pur io, mi ritrovo. Bratta vera. "Che strano!". Sherlock Holmes ormai non rivolge più parola al collega, di cui nemmeno ricorda l'elementare nome. Terribile. La reazione aggressiva degli asserviti urbani, causata dal proprio sgomento dinanzi chi disegna traiettorie (vite) differenti. Col cane che si chiede: "Come, cosa faccio sotto la pioggia? Cosa mi leghi tu!". Alla fine, tutti e tre concordiamo che la scena madre di questo capolavoro del peggior cinema, ben colta da Marigrade, sia quella del pomodoro...
Uno spreco, non si vede il motivo di fare questo film, senza sfruttare l'occasione per assestare un colpo che lasci una scalfittura. A meno che sia destinato ai decenni (i bambini di dieci anni, intendo).
(depa)

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