Risi-Manfredi: coppia più che rosa

Sabato sera, a Zena, in sala Negri c'è voglia di classica commedia scanzonata all'italiana. Nel 1968, in mezzo a tutto quel rosso (e nero) là fuori, al cinema era possibile trovare ristoro per la mente e le membra; break che non rincoglionisce ma diverte, cinema che fa sorridere senza sbracare: il sapiente Dino Risi + l'eclettico Nino Manfredi + l'ingegnoso Furio Scarpelli + la dolce Pamela Tiffin + una spolverata d'ottimo Ugo Tognazzi, risultato: "Straziami ma di baci saziami", come un "filmetto" può salire sul treno del cinema d'autore.
Il clima è spensierato sin da subito, la sberla d'amore che prendono i due protagonisti, Marisa e Marino, è di quelle che lasciano le cinque dita senza rifletterci troppo su. La musica popolare e gli accenti ben marcati tengono amabilmente compagnia, gli autori capiscono che, però, non bisogna rallentare, causa possibile naufragio della pellicola. E così tutto succederà in un attimo, un po' come l'elenco delle acconciature che la "prima forbice" di Alatri è in grado di fare, il film spara a raffica gli episodi che porteranno i due innamoratissimi a perdersi e, finalmente, a ritrovarsi. Le lacrime di "Marisa" Tiffin accostate al dolce personaggio del sarto "Ciceri" Tognazzi portano l'evidenza del tocco di Dino Risi. Così come le fasi amare in cui Manfredi diventa tiranno e poi di nuovo agnello; di più: la strage si trasforma in miracolo. Sì, in sala teniamoci stretto il vissero tutti felici e contenti (anche se, comunque, a tratti "so' corna!"), che alla fine dei 100 minuti, si ritorna in piazza.
Sesta collaborazione tra Dino Risi e Nino Manfredi, colossi italiani, pura commedia da assaporare.
(depa)

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