Billy contro tutti, nessuno con Wilder

Siamo alle solite. Ieri sera, in sala Uander, ancora una volta Billy Wilder è riuscito a lasciare la sala sgomenta. Un anno dopo "Viale del Tramonto", nel 1951, il regista originario dell'attuale Polonia meridionale, realizzò un altro film eccelso", L'asso nella manica", con cui puntò l'indice, in maniera lucida e fredda, sui biechi principi che iniziavano a muovere la società americana di allora, per poi spandersi sino ai giorni d'oggi, coi bacilli del capitalismo, su tutto il territorio mondiale. Il soldo calpesta i corpi e Wilder ce lo racconta con l'ausilio di un Kirk Douglas agghiacciante.
Eccezionale. Ormai possiamo dirlo: un genio della Settima Arte. Fate come San Tommaso: vi basterà la prima mezz'ora per capire come debba essere ricostruita la "quiete prima della tempesta", provate a respirare l'atmosfera sinistra che avvolge le pendici della cima dei "Sette avvoltoi", presagio di morte, di bruttura "mercato". Kirk "Tatum" Douglas incarna il cinismo galoppante che s'impadronì del giornalismo, spia accesa della bieca fame di $$$ di ogni essere umano. Maestro Billy orchestra il tutto come alla Filarmonica (il bus che passa e Lorraine Minosa, memorabile Jan Sterling, che rientra nel posto di ristoro di Escudero...) e, col suo tocco delicato riesce a buttarci in faccia, a noi ancora inebetiti, il vero volto della stampa: potente, pericoloso, unico mezzo capace di ridisegnare la realtà, ridipingere a proprio piacere i fatti; mentre il cinema deve guardarsi dentro ed il pubblico nelle sale lo esige, in misura variante a seconda delle sensibilità e dell'onestà di autori/recettori; quando legge un giornale, invece, il pubblico vuole girare il volto dall'altra parte, la parola "quotidiano" farebbe venire le vertigini. Billy Wilder afferra il mento dello spettatore, anzi, con una sorta di metodo "Ludovico", gli somministra anche l'attualissimo tema dei camionisti che diventano appaltatori! Quante ne sapeva...
Lo scoop su tutto e tutti e Wilder, come una ruspa, allo stesso modo: terra bruciata di giornalisti, assicuratori, istituzioni. Il grande luna-pork ormai comanda ogni dramma, da Avetrana a Brembate, da Palazzo Chigi ad Arcore.
Ottimo Kirk Douglas che s'impossessa del personaggio e della scena, quasi spaventandosi prima (chiese al regista di smussarne l'asprezza), dimenticandosi che schiaffeggiare una fredda bionda platino porta male dopo. Ma, alla fine, forse il buon Billy, s'accorse di aver animato una creatura mostruosamente realistica e decise di incarnarsi in essa, di assumerne le sembianze e, allo strenuo delle forze, di esplodere d'indignazione: Douglas-Wilder manda tutti a casa, "La festa è finita!".
Vis drammatica rarissima; il pubblico è terrorizzato dal colpo ricevuto e lascia Wilder e questo suo straordinario film da soli.
(depa)

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