Ieri sera primo appuntamento con il ciclo dedicato al regista newyorkese John Carpenter. La sala Uander, per consentire la partecipazione di Mr Brown, decide di mettere da parte neorealismo, nouvelle vague e "manici di scopa" in b/n, e di concedersi un excursus in un cinema più accessibile, non perdendo in qualità e originalità: nel 1981, il mondo fece conoscenza col mitico personaggio di Snake Plissken, un Kurt Russel con la benda da pirata che terrà compagnia ai pomeriggi di milioni di adolescenti e non: "1997: Fuga da New York".
L'inizio del film ne rappresenta anche la parte migliore. E' guardando tutto ciò che hanno creato le menti degli autori, John Carpenter e Nick Castle, che la fantasia dello spettatore sente di poter correre libera, ben al di là di quelle mura che, in ogni caso, permetterebbero di vagare in una Manhattan lugubre quanto affascinante. Carpenter è un regista a tutto tondo, attentissimo ai movimenti macchina, ricercato nelle inquadrature, sapiente nell'utilizzo delle musiche e delle scenografie. Il risultato è ottimo: una voglia insana di accompagnare "Jena" Plissken (a proposito di insano...i traduttori erano tutti nella Sala 13 del Galliera?) assale il pubblico; la caratterizzazione dei personaggi è fantasiosa, seppur concentrata. Avrebbe potuto durare anche un po' di più, questo thriller distopico d'autore, ponendo maggiormente l'accento sull'intreccio piuttosto che sul tono perennemente scazzato di Snake che è sì un tipo tosto, ma a tratti pare un po' strafare in pose plastiche.
Tante brillanti invenzioni (le mappe "digitali" di Manhattan, i lampadari sull'auto del "Duca", il folle personaggio di Romero, stupendo tributo) e un'atmosfera molto promettente (le scene all'esterno del muro, la statua della libertà, le strade terra di nessuno) si accompagnano ad una trama un po' frettolosa, non prevedibile ma semplicistica sì, e dall'antipatico retrogusto, certamente non voluto, di "film per ragazzi" (la scena più truce pare sia stata girata in un secondo momento nel giuardino della formosa "Maggie" Barbeau, quindi Carpenter se ne accorse?).
Non perfetto, 3 stelle, ma con tutti i raggi synth-fosforescenti alla Carpenter, ben riconoscibili.
(depa)
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