Extra: campagnata con Renoir e...il Tigre :(

Venerdì scorso, io ed Il Tigre, abbiamo deciso di andare a conoscere Jean Renoir. Appuntamento all'Oberdan di Porta Venezia ma...chi c'è al suo posto? Sgarbi e la sorella...Non ci crederete mai, ne è valsa la pena. Mi spiego: si può anche sorbire un'ora di vanità e autocompiacenza del critico d'arte se poi le immagini in bianco e nero del 1936 ci regalano un capolavoro di realismo poetico dell'arte cinematografica. "Partie de campagne", in italiano "La scampagnata", è una carezza indimenticabile;
quaranta minuti di poesia che conducono lo spettatore attraverso il sentimento dell'amore, dal suo lato leggero e giocoso, e da quello passionale ed anche doloroso. In questo corto film (ma denso di emozioni!), l'impressionismo del padre del regista francese viene ereditato a meraviglia. I quadretti di merende consumate su prati coperti da piccoli ombrellini da passeggio, si stagliano nitidi negli occhi dello spettatore. Si ha la sensazione che, quand'anche la scena sullo schermo rappresenti eventi leggeri ed anche comici, nei protagonisti ci siano tutti i sentimenti possibili. La pesantezza dei sentimenti è dipinta con una naturalità tale che, chi guarda il film, si sente svuotato e sorretto da un rametto fragile sul burrone delle emozioni.
Attori eccezionali: l'allegra madre della ragazzina è un gioiello, i due buontemponi che tentano le due figure femminili recitano con un'espressività che rimane in mente all'uscita della sala.
Passerò per un vecchietto che ripete, ripete...ma basta ritenere i film precedenti il 1980 lenti e biecamente accademici! La sequenza in cui il ragazzo, che fece innamorare la giovane Henriette, si dirige verso il loro punto d'amore è sì accademia, ma che più moderna non si può: girata su più piani (cinepresa, piante, attore, sfondo), accelera e rallenta allo stesso tempo gli eventi, quelli visibili e quelli nascostri nell'animo. E poi l'acqua sembra un elemento inventato da Renoir, per come riesce a consegnarcela, a coglierla, vedendo in essa sia la goccia, sia l'onda; sia il fluire sia il riposare.
(depa)


ps: dopo 15 minuti di "Belle di notte" di Elisabetta Sgarbi siamo usciti...l'idea ci può stare, ma non chiamatelo film.

1 commento:

  1. Nel film di Renoir c'è molto "Modo di essere".
    Nel film di Sgarbi Elisabetta c'è molta "Depravazione".

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