Piazzole mute

Da una chiacchiera al “Grim” con un passante partenopeo, che ringraziamo per la proposta, con Elena eccoci nuovamente dinanzi al cinema italiano d’oggi (pure pagato, 4,99€!). L’esordiente Edgardo Pistone, classe 1990, con “Ciao bambino” per un cinema che ricominci dalle fondamenta. Piccolo e intenso, onestamente dalla parte degli ultimi.
“L’errore è quello di dividere il mondo in due parti”. Vero, sullo schermo il variegato mondo dei ragazzi. Si sta dalla loro parte. Autoriale da subito, il bianco e nero è solo uno degli elementi. Sottotitoli obbligatori per chi non è cresciuto al Rione Traiano. Attilio spara fuochi, con la musica sui titoli di testa. Lo zoom come puro movimento. Regia pulita, rigorosa. La posatezza della rassegnazione. Il cielo e l’acqua del porto di Napoli. E una stradina sterrata. Fiori nel cemento, la cortesia tra la brutalità. Ereditare i guai. Anastasia è più bella di Ola. “Love is in the air” un contrappunto che pare veritiero. Padre fantasma e filosofo. Ma Attilio vede spiragli di bello tra “cattiveria, invidia e prepotenze”. “Il maestro degli stronzi” (“avete ragione voi”). La musica dell’autoradio è un “Sogno piccolo”. Flashback cliché, ma efficaci. Vivere così, tra una camminata e l’altra. “M’avete rott’o cazz, tuttiquant’”. Canovaccio classico ma attento (il regista con Ivan Ferone), con buoni interpreti (Marco Adamo Anastasia Kaletchuk), colonna sonora (K-Conjog!?) e fotografia (Rosario Cammarota)…Claro che questo cinema italiano ci piace. Ma quanto spazio ha?
“A Gaetano.”
(depa)

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