Ormai ho la mia “segretaria” cinematografica. Tornare a casa
e sentire che “Stasera c’è il film d’esordio di quella regista di…” mette fiducia.
Il conforto di un disegno, un piano, quello che proietta sullo schermo il rape
and revenge scritto e diretto da Coralie Fargeat nel 2017: “Revenge”
già nel titolo, così che conti solo il “come” di una doverosa vendetta glamour.
Per il ciclo “Girl power” in programma sul canale “Cielo”, due corpi e una
capanna (di design). Sesso isolato. Poi peyote da spararsi alle gambe. Il
baricentro della pellicola a mezza altezza dietro Matilda Lutz (Milano, 1992). Per
i maschi è solo un gioco (seducente, sì). È lei che ha provocato! Ballando,
strusciandosi…ma le donne il giorno dopo non esigono che si paghi stupro
(che lo facciano! Risponderebbero non solo i protagonisti maschili di questa).
Thriller a sfondo erotico perché c’è il corpo (di donna). Altre donne
in battaglia, altro shock. Un volo a precipizio che mette in moto Fuga e
Inseguimento. Sulle tracce, prima, poi a ruoli invertiti: si va a caccia di cacciatori,
sparacchiando su uomini bianchi. Horror, matrice che l’autrice francese
amplierà nel successivo traboccante film. Col vezzo della psichedelia (i richiamini…). La regista Fargeat, assieme all’attrice e modella milanese, finisce per rincorrersi a vuoto, ma intrattiene con la sua materia di corpo, carne e sangue.
Tre uomini armati contro una pancia squartata. Sederi Incazzati. Anche se lo
meriterebbe, Sten non sarà il primo a pagare, in questa ritmata pellicola
macabra. Prima gli indifferenti e allineati, i codardi. Un big-jim forgiato
tra azienda e famiglia, educato per sottomettere, vero uomo del nostro tempo, e
un maniaco non rasato che gli scrittori proprio non sono riusciti a non
chiamare Dimitri…Con l’aquila piastrata sul pancito (piatto) come
le Supereroine. Tutto inutile, il fiero maschio è già spacciato.
Alle donne che oppongono resistenza violenta.
(depa)


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