Not so fidelis

Roger. Mettiamo in cassaforte un'altra "Mission: impossible III". Il capitolo del 2006 porta al Cinerofum Jeffrey Jacob "J.J." Abrams, regista newyorkese, classe 1966, che ha formato il suo felice alias in sperdute serie TV. Assordante montaggio per non sentire il resto.
"Paramount pictures" ferma al Monviso, persa dietro alle zampe di lepre. Con Maggie Q! Dialoghi e fazzoletti, poi il gioco si fa...commovente passionale (gli vogliamo bene come al papà). Ponti congestionati, la CIA è un talpaio. Gira tutto. Abrams ruota anche lui, attorno a Tom Cruise, che porta a casa la pagnotta scivolando sui tetti dei grattacieli di Shanghai e rincorrendo nel traffico bossoli nucleari. Confusionario sino all'arroganza (qui il mac di Hitch può essere dimenticato).
Col piccolo salto sul grande schermo, J.J. è finito nello spazio. Durbais.
(depa)

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