Amoremalmente

Evidente che per "Foglio" Otto Preminger sia un autore da non dimenticare. Nel 1947, il regista, e attore, austriaco diresse un cupo sentimentale, romantico a tinte dolorose. "L'amante immortale" (t.o. "Daisy Kenyon") è un'altra sua pellicola femminile, che immortala la donna, braccata dai sopravvissuti.
Altro che "Not this week", non c'è rischio: Daisy sarà sempre lì. Personaggi sfaccettati, è facile farsi un'idea, ma cambierà. Tutti pazzi per Joan Crawford, sexy becchina. Il Dan di Dana Andrews (1909-1992, ancora lui!) ama la sua cara, mentre Naguchi è un combattente giapponese in Italia ("Nisu"). Ma anche il Peter di Henry Fonda la ama. "Instabile" ma non troppo (Pete pressa come qualsiasi soldato USA). Daisy disillusa. La m.d.p. scivola sinuosa dietro scatti e turbe dei protagonisti. L'elemento illogico come propulsore, su note allegre di oppio, pomata fresca, ma è la calma prima della campana (di Rennes). "Let it grow!" quest'amore come l'oceano, supplica Peter. Vattene Daisy! Bernoccoli e latte, che broccolo!
Padri e suocere sempre in anticamera, in una pellicola coniugale di spessore e profondità ("La mamma mi odia"). Tra i due litiganti, Daisy muore. Oggi si direbbe stalkizzata da uomini vacui ma ben vestiti. In fuga dagli squilli, verso la "terapia d'urto" che non la farà scappare più.
(depa)

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