La ragione delle Cose

Nel giorno della dipartita del regista genovese Montaldo, moretti e bon, sfreccio a casa, ché c'è il nostro nuovo idolo, "CampioneSport" (can. 61), che propone un altro Superbo. Tre anni senza Pietro Germi, troppi. Quindi, per il suo terzo film, in corsa verso Sciacca nella terra di Sciascia, nell'accecante bianco e nero di sole che non arriva sotto le coppole dei Don massari. "In nome della legge", del 1949, è ingenuo ma non troppo.
Attacca secco il piccolo canale crescente: "Film Lux" prodotto da Luigi Rovere. Col prete-pretore Guido Schiavi, Massimo Girotti più accademico che mai, che giunge a Capodarso, Sicilia aspra e dura (altro che "giardino di aranci" e "paesaggi immaginari"). Banditi! Collusione, via, finis. Dove ho già visto questo paese arso di bianco ma disposto ad una piazza sì grande e semplice?...(consueta fotografia, rigorosa e rispettosa, del marchigiano Leonida Barboni, 1909-1970).
Barone mafia e pretore. Olé. Il procuratore sorride alla civiltà, se il facchino rifiuta la mancia, mentre il piano suona già note sinistre al ricordo del Dott. Pisani...alle prese col massaro Turi Passalacqua! "Anice, don Peppi'!".
Il giovanissimo pretore palermitano, ventiseienne, si mette al lavoro con energia. Ma le "le tradizioni, i costumi" ("Due cognac!"). "Uomini d'onore", con le "loro usanze" ("Arrotondare, rimpinguare..."). Coi loro santi, che sono ovunque, ma "Qui. Soprattutto qui". Certo, salvare mandando a morire (lavorare) in miniera...qualcuno non ci sta. "Imbecille, presuntuoso...disgraziato!". Pure innamorato della baronessa (meteora calabrese, Jone Salinas, 1918-1992), le ha tutte contro, il nostro.
Gesti diversi, un solo senso: morte. Come quella di Paolino, che grida "Vendetta!", ma pronuncerà "Rispetto della Legge", in un finale improbabile, che appesantisce ulteriormente la retorica legalitaria e statalista della pellicola. A meno di un sibillino e succulento legame "STATO - MAFIA", che continua a intrigare...
Germi affinerà la sua arte, grattando con la medesima audacia e levigando con l'ironia.
(depa)

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