Tram che si chiama trauma

Tristezza quando Elena ancora mi lascia lì, con "Foglio" e altri amici, e vaga per la "TV" alla ricerca del meno peggio. Che, ieri sera, si è materializzato in Angelina Jolie. Regista. E Sceneggiatrice. Autrice. Avevo già incontrato l'attrice dietro la macchina da presa. M'ero rotto eccome, nel 2014, e ritrovo la stessa passione per la drammatizzazione pesante di immagini e momenti. "By the sea", del 2015, stavolta sfodera una volitiva hollywoodiana alle prese con la letteratura psicologica e sentimentale (borghese). Con gli affetti alterni.
Romanzo su di una coppia in crisi sulla Costa Azzurra. Un classico. Con la scrittura moderna di chi registra ogni dettaglio (perché sono questi che dipingono il resto!). Ci sarebbe e in effetti c'è da scottarsi. "Essere felici. Amarsi". Ma con una Bardot morta (dentro) e una seduta psichiatrica risolutrice non è possibile liquidare problemi di etilismi e ovulazioni.
Per una volta la curiosità di sapere cosa ne pensassero gli altri addirittura viene a riempire queste righe così da alleviarmi lo sforzo (di che?). Il botteghino narra di insuccesso e ritiro. Ma, Elena può confermare, mi ritrovo in scia all'ormai istituzione Marianna Cappi che, con la sintesi e la lucidità che non ho, trova le parole che vorrei (scusi, lei fuma?): "ingenuo, ma coraggioso" (anche se, "volitiva"...). Col finale didascalico e risolutivo, evidente l'intenzione di un racconto autoriale non per i soliti noti. Non cade nel bieco erotismo, nonostante il ruolo centrale di un credibile voyeurismo, e si muove a sondare le inspiegabili (perché ignote) insofferenze di protagonisti e co. Ad ogni modo, non voleva poi calcare la mano, Jolie, termina proprio  con un "By the way" sulle musiche azzeccate.
(depa) 

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