In solitaria a vedere l'ultimo lavoro del londinese Martin McDonagh. Peccato per Elena e Marigrade che avrebbero apprezzato, secondo me, le bizzarrie comportamentali dei protagonisti di questa storia beckettiana, surreale quanto granate d'acciaio che spaccano crani e smembrano carni. "Gli spiriti dell'isola" (t.o. "The banshees of Inisherin", 2022). Amicizia e odio dialogano nell'indifferenza.
Suggestivo attacco corale: natura e uomo, lassù, paiono in armonia. Ma non è così. Non "andare più a genio", con ironia. Coppia perfetta, quella dublinese di Colin Farrell e Brendan Gleeson (cui si unisce l'indiscutibile Barry Keoghan). Non premiati a Venezia, raccoglieranno Volpi e Globi. Unusual lontani dalla "brutta" guerra civile. Colm Doherty e Pádraic Súilleabháin sono splendidi esemplari di irish men da isola delle spices. Landa di lonely, dove comunque è possibile "Reading" (PD...) o avere un asino per amico.
Dopo mezz'ora, il piatto è pronto. Manca solo una mossa (o una messa). Tagliarsi un dito (guerre) è già un modo per passare alla storia. 1923, pesce d'aprile nero cupo. Abbandonare una comunità ostile, sarebbe la soluzione. Mai dare per scontata, o dovuta, l'amicizia, Pata-Padraic.
Il pizzicore di grottesco, cui contribuisce il buffo carattere di Pádraic/Farrell, dialoghi possenti e un buon meccanismo delle apparenze (la tonta mostra i lati più consapevoli), mi fanno consigliare questo film, che ho trovato meno ammiccante, e più "opera", di Ebbing.
Alle banshee "moderne" basta stare immobili, a guardare.
"Anytime".
(depa)
"Secondo me" una cippa. Marigrade ingrossa la schiera degli irritati: 4/5
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