Quella domenica di marzo, forse fu lo stato di salute di Elena che le permise di affrontare tre ore di cacciata dei mori. In realtà, colpa di Silvio Paolucci e della sua "Storia 1" (Zanichelli, 1965) se il genere peplum ha attraversato la "Negri" con fulgore, e rapidità, di cometa. A me bastò leggere Anthony Mann per godere d'"El Cid", del 1961.
Charlton Heston e Sofia Loren, avvolti e protetti dalle musiche dell'ungherese Miklós Rózsa (note per le battaglie e per le solitudini) e dalla fotografia dell'australiano Robert Krasker. Interessante cura riposta nell'audio: tortore, silenzi improvvisi, trombe, vendo, spade! "Avventura, guerra, amore" s'intrecciano nelle vite degli eroi. Come quel Don Rodrigo, "che oltraggia i re e dà da bere ai lebbrosi".
L'emiro Ben Yussuff, "efferato fanatico" della Spagna 1100, dovrà vedersela con "Il Signore", quel "Cid" rispondente alle preghiere dei padri addolorati. Anche Raf Vallone, quell'Ordóñez sempre appresso a Ximena di-bianco-vestita, dovrà riconoscerlo come "nemico capace di valore e clemenza" (il conte di Oviedo è un bugiardo, o quasi).
Che duelli per il Lawrence d'Iberia. "Molti pronti ad ucciderlo, non a sfidarlo". Vincoli di morte e d'amore. L'intensissima Sophia Loren dispensa sguardi insostenibili ("il matrimonio invecchia di vent'anni", secondo Elena) mentre, attraverso le dissolvenze, El Cid cavalca dritto verso la leggenda...(non si è ancora fermato).
(depa)
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